Redmond (USA) – Entro la fine dell’anno molte delle imprese il cui core business è Linux chiuderanno i battenti: lo ha predetto Doug Miller, manager Microsoft dedicato alle strategie di impresa.
“Non c’è molto valore nel gratuito – ha spiegato Miller – e i recenti problemi di sicurezza con Linux, associati alla mancanza di elementi enterprise fondamentali nel nuovo kernel, mettono veramente in discussione se Linux dovrebbe essere utilizzato o no”.
Secondo Miller, il rallentamento di una porzione dell’economia hi-tech di queste settimane toccherà presto le imprese Linux: “Il gratuito non sostiene un’impresa. Lo sviluppo costa denaro, assicurare la qualità costa denaro e il supporto costa denaro. Dobbiamo ancora trovare un modello di business nel mondo Linux che abbia una qualsiasi possibilità di successo sul lungo periodo”. “Microsoft – ha aggiunto – è preoccupata dal fatto che le persone siano attratte dall’idea di non pagare il software” .
Parole pesanti, quelle di Miller, destinate a suscitare non poche polemiche. Occorre però mettere in risalto il fatto che l’ufficio di Miller non si trova nei piani alti di Redmond e le sue esternazioni difficilmente possono essere considerate come posizioni ufficiali dell’azienda.
A suo dire, dopo il recente rilascio del kernel 2.4 di Linux, tutto è più chiaro. “Basandosi sugli avvertimenti arrivati dagli sviluppatori e sui messaggi confusi dei distributori – ha insistito Miller – è chiaro che il kernel 2.4 così lungamente atteso è molto lontano dall’essere pronto per finalità business. Il kernel rappresenta solo una tecnologia iniziale, ancora grezza”.
Miller ha anche esaltato le vendite di Microsoft nel settore server, settore nel quale “stando ai numeri forniti da IDC, la crescita di Linux si è fermata per due trimestri mentre Unix e Novell continuano a cedere quote di mercato. Microsoft invece continua a crescere ad un ritmo superiore al resto dell’industria e più veloce di qualsiasi altro sistema operativo server”.
Secondo Miller, quando si tratta di servizi Web e di sviluppo di piattaforme applicative online “Microsoft sta guidando con.NET. Linux non guida alcunché, semplicemente fornisce un sistema operativo gratuito”. Il dirigente Microsoft non ha però escluso a priori la possibilità che Microsoft possa sviluppare software o servizi anche per Linux. “Questo non deve affatto stupire. La nostra azienda è focalizzata a soddisfare le richieste dei clienti, e se i clienti facessero pressioni in questo senso, andremmo loro incontro”, ha precisato.
Non solo, Miller ritiene che attorno alla “gratuità” di Linux vi sia una serie di luoghi comuni, perché Linux, sostiene, ha una serie di costi nascosti anche per lo sviluppatore, soprattutto quando si viene ai device leggeri: “Scegliere Linux non aiuta lo sviluppatore a proporre più rapidamente i propri prodotti. Anzi, può richiedere più tempo a causa dello sviluppo di piattaforma, lavoro che non è necessario utilizzando una piattaforma come WinCE”.
La stilettata finale Miller l’ha voluta riservare al complesso del “mercato Linux” che a suo dire è in rallentamento, come dimostrerebbe l’uscita da Linux di Corel, i risultati negativi di VA Linux e la prossima fusione di LinuxCare con Turbolinux (“niente più che un consolidamento per cercare di salvare il business l’una dell’altra”).
Va detto che le esternazioni di oggi di Miller sembrano decisamente in controtendenza rispetto a quelle del CEO di Microsoft, Steve Ballmer, che lo scorso ottobre affermava : “Microsoft è aperta alla comunità open source ed è interessata a portare software su Linux”.
Ballmer già a settembre 2000 aveva detto che “il fenomeno Linux” è “una delle più grandi minacce per Microsoft. Linux sembra sprigionarsi naturalmente dalla Terra. E ha le caratteristiche del comunismo che alla gente piacciono moltissimo, cioè è gratuito. Per noi è un fronte di competizione vero”.
Miller ha voluto precisare, riferendosi proprio alle parole di Ballmer, che non è la tecnologia di Linux a rappresentare una minaccia per la sua azienda, quanto piuttosto il suo modello di business aperto, quello che spinge le aziende del free software a regalare i propri prodotti.
Le dichiarazioni di Miller sembrano però piuttosto in linea con quelle del fondatore di Microsoft, Bill Gates, che sempre a settembre dichiarava : “I miti che circondano Linux spesso assomigliano più a leggende che a fatti reali. Non è vero, infatti, che Linux è gratuito, a meno che non si dia valore ai costi di sviluppo e di supporto che si devono sostenere per fare il lavoro. Persino Linus Torvalds ha detto di recente che Linux non può competere con Windows in quanto a facilità d’utilizzo e semplicità, e dovrà passare ancora molto tempo prima che possa competere davvero sul mercato desktop”.
Secondo Gates, inoltre, “è semplicemente falso che l’open source abbia qualsiasi grande beneficio in termini di affidabilità e sicurezza. L’idea che i contributi altruistici della gente portino in qualche modo allo sviluppo di prodotti migliori è falsa”.