Le mini-app di Google per ricerche e Assistente

Le mini-app di Google per ricerche e Assistente

Con le mini-app di Google gli utenti saranno in grado di fare di più interagendo con il motore di ricerca o con l'IA dell'assistente virtuale.
Le mini-app di Google per ricerche e Assistente
Con le mini-app di Google gli utenti saranno in grado di fare di più interagendo con il motore di ricerca o con l'IA dell'assistente virtuale.

Tra le sessioni del Google I/O 2019 più interessanti anche quella dedicata alle mini-app. Una novità per gli sviluppatori, che saranno così in grado di creare una nuova forma d’interazione con le loro attività e con i loro contenuti, destinata alla versione mobile del motore di ricerca e all’assistente virtuale del gruppo di Mountain View, senza costringere l’utente all’impiego di un software esterno.

I/O 2019: le mini-app di Google

A presentarla Allen Harvey, Product Manager di Search. Una tecnologia pensata per ottimizzare le modalità di interazione sia sugli smartphone sia su device come gli smart display. Una volta che saranno rese disponibili, le mini-app compariranno all’interno delle SERP generate mediante una query che include il nome dello sviluppatore.

Ad esempio, digitando o cercando vocalmente “Coursera corsi intelligenza artificiale” si potrà accedere a una descrizione completa ed esaustiva dei corsi proposti, ottenendo informazioni approfondite con la possibilità di prendervi parte direttamente, senza download né installazioni. Lo stesso può avvenire per il tracking delle spedizioni e per altre finalità. Di seguito il filmato integrale della sessione, con l’annuncio delle mini-app al minuto 5:07.

Gli sviluppatori interessati a sperimentare in anteprima le potenzialità delle mini-app possono chiedere fin da subito l’accesso al programma Early Adopters, con gli inviti che saranno distribuiti a partire dal mese di giugno.

Google I/O 2019: le mini-app per il motore di ricerca e l'assistente virtuale

C’è qualche limite a ciò che le mini-app saranno in grado di fare: non potranno richiedere informazioni personali agli utenti e dovranno restringere il loro raggio d’azione al core business dello sviluppatore, lasciando che per tutte le altre funzionalità si continui a far riferimento all’applicazione completa. Inoltre, c’è il divieto assoluto di mostrare contenuti violenti, offensivi o sessualmente espliciti. Non è chiaro in che modo Google intenda esercitare il controllo, con tutta probabilità approvando ognuna delle proposte inoltrate prima di renderla disponibile.

L’obiettivo è quello di aiutare gli utenti a trovare e consultare le informazioni in modo più rapido, supportandoli al fine di permettere loro di portare a termine le attività in modo semplice e immediato. Un approccio interessante, ma la cui efficacia è tutta da valutare, a quella che potrebbe costituire una nuova evoluzione dell’ecosistema software su piattaforme mobile.

Fonte: Google
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Pubblicato il
9 mag 2019
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