Ha il sapore della manovra preventiva: in vista della discussione in tribunale della sua posizione rispetto a copyright e osservanza delle regole, Mininova ha informato i suoi utenti di aver avviato una sperimentazione . Un test, che durerà poche settimane, ma che servirà a verificare l’efficacia di un sistema di filtraggio dei Torrent: sul database del sito verrà fatto girare un software scelto da un rappresentate dell’industria dei contenuti, al momento sconosciuto (sia il rappresentante che il software), e nel caso vengano individuati materiali che violano le leggi sul diritto d’autore questi saranno rimossi.
Non durerà più di 12 settimane, rassicurano i gestori del sito, e non comporterà praticamente alcun disagio per gli utenti: saranno solo un paio i titoli sotto osservazione , per i quali verrà scandagliato l’archivio Torrent e che un meccanismo indipendente dal funzionamento del sito si preoccuperà di controllare alla ricerca di materiale proibito. Un sistema che “espande le capacità” di Mininova, secondo quanto dichiarato, e che si affianca al già implementato takedown su richiesta modellato sullo stile del DCMA statunitense (Mininova ha base in Olanda).
Lo scopo è, ovviamente, tentare di garantirsi una posizione solida in tribunale contro le pretese della parte avversa: BREIN, l’organismo che nei Paesi Bassi rappresenta sia discografici che produttori della celluloide, vorrebbe convincere il giudice a imporre al sito un sistema di filtraggio , possibilità a cui Mininova non sembra neppure particolarmente contraria. La questione, secondo i gestori, non è tanto se usare dei filtri, ma quali filtri usare: la sperimentazione in corso, evidentemente, servirà a valutare l’impatto e l’efficacia di uno strumento che in futuro potrebbe estendere il suo controllo all’intero database.
La mossa di Mininova, che in pratica corrisponde all’avvio di un repulisti sul suo archivio, potrebbe naturalmente avere delle conseguenze sulla popolarità del sito: le stesse che rischia di avere su RapidShare il continuo discutere riguardo all’ attuazione della legge tedesca in materia di copyright sui log degli utenti del sito. Ora, secondo gli osservatori, in pericolo non ci sarebbero solo gli uploader: oltre che su chi i file li ha inseriti sulle pagine del servizio, i detentori dei diritti potrebbero tentare di rivalersi anche sui fruitori del materiale, una prospettiva che al momento sembrava fosse esclusa.
In Germania, peraltro, anche BitTorrent è finito al centro dell’attenzione dei cineasti: Constantin Film , produttrice tra l’altro del celebre “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone come pure della riduzione cinematografica del franchise Resident Evil, ha iniziato una indagine privata arrivando all’ identificazione presunta di 10mila fruitori del P2P rei di aver condiviso materiale proibito. A 500 ha poi inviato una lettera di diffida, contenente l’invito a versare 800 euro di rimborso per sanare il contenzioso senza arrivare in tribunale.
Chi non pagherà, e si rifiuterà di promettere di non farlo più, dovrà affrontare un processo, assicurano da Constantin. Lo stesso processo che, oltreoceano, dovranno affrontare gli utenti pizzicati da IFPI: nonostante le rassicurazioni sulla fine dell’era delle lettere e delle convocazioni in tribunale, pare che nuovi procedimenti giudiziari siano stati avviati con cadenza regolare in questi mesi. In epoca di sentenze su The Pirate Bay, i rappresentanti dei discografici sembrano decisi a battere il ferro finché caldo: lo stesso tenta di fare il Partito Pirata svedese , che sulla strada potrebbe trovare imprevisti alleati nella lotta per la legalizzazione del file sharing.