Alla fine dello scorso anno le startup innovative italiane hanno superato quota 10.000 unità con un incremento pari a quasi il 12% rispetto a dodici mesi prima. Su inoltre il fatturato (+46%) per una produzione quantificata in 1,2 miliardi di euro. Il segno positivo è da associare anche alle PMI innovative: oltre 1.300 per 4,1 miliardi di euro.
Startup innovative in Italia: la fotografia del MiSE
È quanto emerge dalla nuova relazione annuale compilata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il documento (PDF) pone l’accento tra le altre cose sulla tipologia delle attività svolte: quasi il 75% opera nel comparto dei servizi alle imprese (in particolare ICT), il 37,7% nel territorio della cultura e della creatività, mentre il 14,6% è da associare ai settori dell’energia e del green.
Focalizzando l’attenzione sul 2020, il periodo di certo non semplice non ha comunque frenato la tendenza. Nei primi sei mesi il numero delle startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese è cresciuto del 10,4% superando, nel mese di novembre, la soglia delle 12.000 unità. Nel comunicato del MiSE si fa ricorso più volte al termine resilienza per descriverne la natura, caratterizzata da una forte attitudine al digitale e allo smart working. Questo il commento del ministro Stefano Patuanelli.
Il Ministero non solo ha garantito continuità alle politiche di supporto pubblico all’ecosistema delle startup e delle PMI innovative, ma ne ha fatto un target di riferimento introducendo nuove misure di agevolazione per sostenerne la resilienza e il rilancio in risposta alla crisi COVID-19.
È merito anche di iniziative come lo stanziamento da 200 milioni di euro previsto con il Decreto Rilancio. A questo si aggiungono l’introduzione di incentivi in de minimis con una detrazione fiscale del 50% per investimenti in startup e PMI innovative oltre alla costituzione del Fondo per il Trasferimento Tecnologico gestito dalla Fondazione Enea Tech con dotazione pari a 500 milioni di euro per il 2020.