Per quanto complicata, sfaccettata e sfuggente possa essere la “topologia sociale” della blogosfera, tra gli analisti ed esperti statunitensi è radicata la convinzione che valga la pena sviluppare nuovi modelli per capire dove tutta questa interazione “social” del web 2.0 stia portando la società e la socialità americana del nuovo secolo. Così, presso il Center for American Progress si organizzano tavole rotonde sulle metodologie possibili per misurare in concreto l’influenza di Internet e la nuova socialità digitale sui dibattiti politici.
Tra gli esperti intervenuti ad uno di questi dibattiti e che hanno presentato un proprio modello analitico, John Kelly – capo ricercatore presso Morningside Analytics – ha dato dimostrazione di quelle che lui stesso ha definito “le risonanze magnetiche della mente sociale” della blogosfera nel tentativo di <strong ridurre a un unicum comprensibile la complessità della blogosfera .
Diversamente dai modelli gerarchici portati avanti dai grandi contenitori di blog come Technorati , quelli di Kelly intendono portare alla luce il “complicato network” della blogosfera che verrebbe altrimenti lasciato nell’oscurità. Morningside Analytics non si limita a prendere in considerazione i semplici numeri dell’audience dei blog, ma anche come ognuno di questi si aggreghi attorno a un “cluster” di interessi comuni .
Attraverso il tracciamento degli “inter-link” tra i blog, e quelli che hanno la propensione a linkare gli stessi video, le stesse organizzazioni non governative e le stesse fonti di informazione mainstream , il team di Kelly ha messo insieme “un cervello ruotante di punti colorati”, una topologia tridimensionale animata in cui i singoli colori dei cluster delle galassie di parole in rete suddividono i blog(ger) negli schieramenti politici e sociali di appartenenza.
Con un simile schema gli analisti hanno scoperto che ogni gruppo di appartenenza ha un modo diverso di stabilire collegamenti , e che ogni paese ha una topologia tutta sua per quanto riguarda la blogosfera. La “risonanza magnetica” di Kelly, poi, aiuta a focalizzare quali tra i singoli sotto-gruppi (come nel caso dei blog dei genitori e quelli che si occupano di scienza e tecnologia) tendono a “non parlarsi” tra di loro e a non occuparsi di interessi comuni.
La blogosfera è “una lente per l’attenzione collettiva”, dice Kelly, ed è possibile sfruttare la metafora dei cluster di blog per individuare quali fonti di informazione ottengono maggiore attenzione da Internet, utile viatico in funzione di una campagna di comunicazione efficace in grado di diffondere adeguatamente l’eventuale messaggio da veicolare. I contenuti dei vecchi mezzi di comunicazione, ad esempio, tendono a essere le fonti più utilizzate e distribuite all’interno di tutto il network, mentre materiale “nativo” di Internet verrà più probabilmente diffuso tra una nicchia specifica di appassionati/interessati/cultori.
A rafforzare l’utilità pratica di conoscere in concreto quanto “pesa” la blogosfera nell’opinione comune, il direttore esecutivo di Green Media Toolshed Marty Kearns ha presentato un caso di studio specifico incentrato sulla promozione delle modifiche alla legislazione sulle questioni agricole. Ogni aspetto specifico della Farm Bill va promosso e diretto con diverse forme in relazione al gruppo da “colpire” , dice Kearns, perché le analisi evidenziano come un buon candidato per le ricerche basate su keyword (es. Google) non è altrettanto ficcante se si tratta di farne un soggetto di un video virale da sparare su YouTube e far poi circolare nella blogosfera.
Alfonso Maruccia