I ricercatori del Massachusets Institute of Technology hanno presentato sulla rivista Nature una nuova ricerca che spinge ancora più in là i limiti della femtofotografia. Dopo essere riusciti a sbirciare dietro gli angoli , ora il MIT Media Lab ha costruito un prototipo di fotocamera che è in grado di distinguere il testo stampato su una pila di nove fogli . Barmak Heshmat, uno degli studiosi coinvolti, afferma che il sistema può essere adattato ad ogni materiale disposto in strati sottili.
Il componente fondamentale di questo prototipo sono le radiazioni terahertz . Questo tipo di onde sono ovviamente in grado di attraversare le superfici, ma presentano dei vantaggi rispetto ad altri tipi di radiazione in grado di fare lo stesso, come ad esempio i raggi X. Innanzitutto materiali diversi come carta e inchiostro, sottoposti a queste radiazioni, presentano caratteristiche di assorbimento della luce molto più distintive e dunque più facili da rilevare e distinguere. L’altro vantaggio è la possibilità di emetterle in impulsi più brevi, rendendo più precisa la misurazione del tempo che il segnale impiega a ritornare dopo essere stato riflesso dalle pagine all’interno della pila: assieme alla presenza di microscopiche sacche d’aria che hanno un diverso indice di rifrazione rispetto alle pagine tra le quali sono intrappolate, questo ha reso possibile discernere il limite tra una pagina e l’altra anche a profondità più elevate.
Il resto del lavoro è svolto dalla complessità raggiunta da nuovi algoritmi di elaborazione delle immagini, necessaria a risolvere il principale problema: separare il segnale dal rumore introdotto dalle riflessioni che avvengono tra una pagina e l’altra. Questo primo prototipo riesce a isolare le riflessioni provenienti dalle prime 20 pagine . Tuttavia il sistema è in grado di recuperare il testo solo dalle prime 9 , poiché dalla decima in poi il segnale diventa troppo debole per poter essere analizzato. L’algoritmo, dicono i ricercatori, presenta un curioso effetto collaterale che ne dimostra le qualità di analisi: è in grado di risolvere la maggior parte dei CAPTCHA che gli viene sottoposto.
I risultati sono ancora poco pratici, ma abbastanza promettenti da avere attirato le attenzioni del Metropolitan Museum di New York. Heshmat e il suo team sostengono che una delle principali applicazioni future di questa tecnologia potrà essere il recupero del testo da libri molto antichi e delicati senza la necessità di doverli manipolare troppo.
Stefano De Carlo