Uno studente del MIT Media Lab, Dan Schultz, sta elaborando un software in grado di contribuire all’individuazione di falsità in una determinata porzione di testo. La tecnologia alla base di questa idea è il Natural Language Processing ( NLP ), la stessa utilizzata per la creazione dell’assistente vocale per iPhone Siri .
Ovviamente, come lo stesso autore tiene a sottolineare , il software che ha ormai quasi ultimato non è in grado di differenziare la verità dalla falsità di per sé . Il funzionamento, in realtà, prevede un “semplice” confronto tra il testo da analizzare e le informazioni ottenute attraverso le API di PolitiFact , un sito che si occupa di fact-checking , ovvero di verificare che le dichiarazioni dei politici siano effettivamente corrispondenti al vero.
Come commenta lo stesso Schultz, il programma non potrà determinare in assoluto la verità di un’affermazione ma la potrà desumere dal contesto : “In altre parole, si tratta di individuare cose che qualcuno ha identificato come potenzialmente discutibili”. La valutazione, dunque, rimane in capo alla persona.
La chiarezza su questo punto è importante perché il rischio è che si passi dal credere ad alcune informazioni a credere ciecamente in un software che “smaschera” delle affermazioni. Lo scopo del ricercatore, invece, è proprio tentare di stimolare la crescita di una coscienza critica e di un approccio “scientifico” alle informazioni di cui si è destinatari: “Mi interessa molto – spiega Schultz – cercare dei modi per innescare le abilità critiche delle persone in modo che possano pensare un po’ di più sulle cose che leggono prima di adottarle nella loro visione del mondo”.
Il software, la cui progettazione è ormai nella sua fase conclusiva, sarà probabilmente rilasciato con licenza open source il prossimo anno.
Elsa Pili