Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sembrano destinate a crescere, almeno per quanto concerne l’universo tecnologico, della ricerca e quello accademico. Oggi il MIT annuncia, attraverso una lettera firmata da Maria T. Zuber (Vide President della divisione Research), la volontà di interrompere ogni tipo di collaborazione con Huawei e ZTE.
Dal MIT lo stop a Huawei e ZTE
Le due aziende asiatiche sono già finite nei mesi scorsi nel mirino degli USA, all’alba dell’era 5G, con Washington che ha chiesto ai paesi alleati di non affidarsi ai prodotti di queste società a causa di possibili rischi legati alla cybersecurity. L’Italia ha risposto affermando di non voler mettere al bando alcun fornitore, riservandosi però la possibilità di prendere una decisione qualora dovessero emergere criticità o problematiche per la sicurezza nazionale. Riportiamo di seguito, in forma tradotta, alcuni passaggi del comunicato del MIT.
Di recente abbiamo rilevato che le collaborazioni con alcuni paesi, al momento Cina, Russia e Arabia Saudita, necessitano di ulteriori revisioni amministrative oltre alle normali valutazioni condotte per i progetti internazionali.
La lettera odierna del Massachusetts Institute of Technology fa riferimento specifico alla violazione delle sanzioni che sono già state fatte oggetto di indagini da parte degli organismi federali.
Al momento, sulla base di questa nuova revisione, il MIT non accetta nuove collaborazioni né rinnova quelle esistenti con Huawei, ZTE e con le rispettive sussidiarie, a causa delle indagini federali che riguardano violazioni delle sanzioni restrittive.
Non è chiaro quali siano le partnership al momento attive tra i due gruppi asiatici e il MIT. Le violazioni citate sono invece le stesse che già hanno fatto scattare le manette per Meng Wanzhou, CFO del gruppo e figlia del fondatore Ren Zhengfei, arrestata in Canada nel dicembre scorso e ora in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti.
Questa lettera descrive il nuovo processo di revisione. È strutturato in modo da consentire al MIT di approcciarsi al mondo in modo efficace, con una gestione del rischio responsabile e tenendo conto dei valori della nostra comunità.
Il commento di un portavoce di Huawei è affidato alla redazione di CNN.
Siamo contrariati dalla decisione del MIT, ma capiamo che si trovi sotto pressione in questo momento. Pensiamo che la ricerca scientifica sia portata avanti per il bene dell’intero genere umano e per questo dovrebbe essere libera dalle influenze della geopolitica. Huawei respinge le accuse del governo statunitense e siamo fiduciosi che il sistema giudiziario del paese alla fine arriverà alla giusta conclusione.
La decisione replica, per modalità e obiettivi, quella presa nel mese di gennaio dalla Oxford University, con l’istituto britannico che ha scelto di non accettare altri finanziamenti da Huawei per via delle preoccupazioni manifestate dalla collettività in merito alle partnership tra l’azienda cinese e le realtà del Regno Unito.