Un team di ricercatori del MIT, in collaborazione con il docente di aeronautica e astronautica Brian Wardle, ha dato vita a quello che viene definito il materiale più scuro di sempre, più nero del nero, il blackest black. È in grado di trattenere il 99,995% della luce che lo colpisce. La presentazione nel corso dell’esposizione The Redemption of Vanity andata in scena nei giorni scorsi a New York.
CNT, il materiale “più nero” di sempre
Per ottenerlo sono stati allineati in verticale su un foglio di alluminio sottoposto a trattamento di acidatura con cloro dei nanotubi di carbonio chiamati CNT, filamenti microscopici in grado di dar vita a una struttura paragonabile a una sorta di folta foresta composta da piccoli alberi. Per dimostrare quanto il materiale sia scuro è stato utilizzato come rivestimento di un diamante giallo da 16,78 carati dal valore stimato in 2 milioni di dollari. Il risultato è quello visibile nell’immagine di seguito che preleviamo fedelmente dal comunicato del Massachusetts Institute of Technology.
Il progetto non ha esclusivamente finalità artistiche. Il materiale potrebbe essere un giorno non troppo lontano impiegato ad esempio per gli elementi ottici inclusi nei telescopi, così da ridurre i bagliori indesiderati generati durante la cattura delle immagini nello spazio profondo.
Curiosamente, è stato scoperto per puro caso: i ricercatori erano al lavoro per sperimentare l’impiego di nanotubi in carbonio posizionati su materiali in grado di condurre l’elettricità, mettendone alla prova le potenzialità. Il blackest black è il risultato dell’impiego del cloro per rimuovere gli strati di ossido dall’alluminio in un ambiente a bassa temperatura.