Mitnick: come ti cracko l'email di Obama

Mitnick: come ti cracko l'email di Obama

Nonostante i lucchetti, nonostante i PDA supersicuri, il Blackberry di Obama non sfugge all'occhio vigile del più famoso hacker del mondo. Che rivela come, secondo lui, una strada per arrivare allo smartphone presidenziale c'è
Nonostante i lucchetti, nonostante i PDA supersicuri, il Blackberry di Obama non sfugge all'occhio vigile del più famoso hacker del mondo. Che rivela come, secondo lui, una strada per arrivare allo smartphone presidenziale c'è

Proprio quando sull’ affaire del Blackberry del presidente Barack Obama sembrava calato il sipario con tanto di lieto fine, sulla vicenda si aprono nuove ipotesi che destano preoccupazione: a lanciare l’allarme è Kevin Mitnick , forse il cracker più famoso al mondo, secondo il quale a nulla servirebbero le protezioni aggiuntive imposte dalla NSA sul dispositivo. Con un po’ di pazienza, violare l’account del leader statunitense è cosa fattibile.

Mitnick, ormai nella condizione di pentito informatico dopo aver passato alcuni anni in carcere, si spinge ad ipotizzare un piano che se attuato potrebbe anche rivelarsi efficace. Secondo l’hacker, piuttosto che tentare di colpire il dispositivo del presidente, l’azione dovrebbe concentrarsi sulla cerchia dei suoi collaboratori. In particolare, i malintenzionati potrebbero colpire in primis i computer situati nelle abitazioni dello staff di Obama, meno protetti dal rigido protocollo presidenziale. Il primo obiettivo è senz’altro quello di ottenere l’account email utilizzato da Obama sul fido Blackberry.

Una volta ottenuta l’email personale del presidente, verrebbe recapitato al suo indirizzo un messaggio in cui, come nel più classico dei casi, gli si chiede di cliccare su un link che porta ad un sito infarcito in precedenza di codice malevolo che andrà a finire sul terminale. “Si tratta di un processo lungo, ma non è nulla di impossibile” ha dichiarato Mitnick. “Per fare qualcosa del genere bisogna essere parecchio esperti, ma in giro ce n’è tanta di gente in grado di compiere questo tipo di missione”. La voce di Mitnick si aggiunge a quelle del coro di esperti di sicurezza che ribadiscono quanto nulla possa essere sicuro al cento per cento.

La possibilità di un attacco, anche in via teorica, è vista dagli ambienti dell’intelligence statunitense e dagli esperti come una vera e propria minaccia a livello nazionale: “È fuori da ogni dubbio che vi siano hacker particolarmente interessati a fare irruzione nel dispositivo mobile del Presidente” dichiara Bill Brenner, redattore del Chief Security Officer Magazine : “Se qualcuno vi riuscisse, ciò che ne verrebbe fuori per molti sarebbe paragonabile alla scoperta del Graal”.

Nonostante non sia stato registrato ancora nulla di concreto, le dichiarazioni di Mitnick sembrano dare ragione ai molteplici personaggi che in periodo di campagna elettorale hanno auspicato l’abbandono del Blackberry da parte di Obama qualora fosse divenuto Presidente. Alla fine l’ha spuntata Obama, riuscendo a tenere con sè lo smartphone e, forse , anche il Sectera Edge consigliato dall’NSA, in quanto apparentemente sicuro da ogni punto di vista.

Proprio intorno al Sectera Edge si è venuto a creare un piccolo giallo: nonostante i rumour che vogliono il dispositivo come complemento della dotazione tecnologica presidenziale, da utilizzare per le questioni istituzionali, non è dato sapere con certezza se Barack utilizzi o meno il dispositivo o se quest’ultimo abbia rimpiazzato il dispositivo di RIM. “Nessuno ha stabilito con assoluta certezza quale dispositivo stia attualmente usando” ha dichiarato Randy Sabett, ex dipendente della National Security Agency: “Da ciò emerge un’importante sottigliezza: meno informazioni si danno, meglio è”.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
18 feb 2009
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