Con la tecnologia LTE Nokia Siemens Networks punta a offrire un nuovo servizio di banda larga mobile, velocizzando le connessioni e migliorando i servizi. Secondo le stime della società il traffico di dati sulle reti mobili in Europa sta crescendo annualmente del 30 per cento. Ciò signica che aumenta la richiesta di banda , i servizi ad essa collegati e il modo di vivere la connessione mobile.
Nel 2015, secondo le nostre proiezioni, ci saranno 5 miliardi di persone connesse – racconta Alessandro di Salvo, responsabile vendite e tecnologia dell’azienda per l’Europa del sud – basta pensare alla recente diffusione delle chiavette per immaginare il trend in atto”.
La tecnologia 3G mette a disposizione 14,4 megabit di massimale per singola cella, da dividere per gli utenti dell’area. Anche se Telecom ha, per esempio, annunciato di voler allargare la banda a Milano arrivando a 28 e, afferma di Salvo, il prossimo anno si arriverà presumibilmente a 42, con la tecnologia Long Term Evolution (LTE) si potranno offrire 170 megabit .
Il nuovo standard , che si poggia sulle tecnologie precedenti, vorrebbe comunque rappresentare un punto di discontinuità e risolvere i problemi di connettività italiana a macchia di leopardo, sfidando la soluzione WiMax. Per far questo sta, tra l’altro, puntando alla diffusione massima e rapida, e una serie di accordi fra le parti impegnano a tenere al minimo le royalty dovute per l’implementazione della tecnologia.
L’elemento chiave della soluzione adottata da NSN è Flexi , una BTS di ridottissime dimensioni e ad alta efficienza energetica: progettata per gestire GSM e 3G, è già in commercio e utilizzata dagli operatori della telefonia mobile, per i quali il passaggio a LTE dovrebbe richiedere soltanto l’upgrade del software.
Accando a Flexy vi è un Evolved Packet Core (EPC), che modificando i protocolli di comunicazione apparecchio-nodo permetterebbe, secondo quanto riferito da NSN di processare un volume di traffico dati molto più elevato dell’attuale. Con LTE, inoltre, si dovrebbe organizzare una nuova architettura di rete, più lineare e con meno intermediari, diminuendo i costi di gestione per Gigabyte (con la speranza che la diminuzione di costi ricada positivamente sulll’utente finale).
Nella dimostrazione dal vivo presentata dalla Nokia Siemens Network, organizzata con due apparecchi, uno connesso tramite DSL l’altro con LTE e in comunicazione tramite Flexy, è stato mostrato il funzionamento di varie applicazioni come il download di video ad alta definizione, la videoconferenza, i giochi online e le chiamate VoIP: quello che si nota è una latenza minima (si parla di 10-20 millesecondi) e picchi di 179 Mbps in ricezione e 58 Mbps in trasmissione, quindi circa 10 volte più veloce dell’HSPA.
Tutto ciò dovrebbe permettere agevolmente di vedere video streaming, o utilizzare senza eco o ritardi i servizi di conference call. Interessante anche la possibilità di inviare file ad un altro apparecchio e modificarli in diretta : per esempio cooreggendo un testo in collaborazione con l’utente dall’altro capo del telefono. Divertente anche la possibilità di giocare interattivamente con tempi di latenza azzerati.
La tecnologia, già disponibile, sarà inaugurata in Giappone da DoCoMo entro il 2009 , quando il software avrà completato la fase di test. In Italia, come nel resto d’Europa, i tempi sembrano più lunghi: se ci si può attendere le chiavette per portatili entro il 2010, occorrerà più tempo per l’implementazione smartphone. Da un lato infatti dovranno essere sviluppati apparecchi che riescano a supportare efficacemente i nuovi servizi, dall’altro dipenderà dalle scelte strategiche degli operatori. I responsabili Nokia Siemens Network parlano di almeno 2 anni .
Ulteriore questione è quella delle frequenza da destinare a LTE : il trend europeo sembra mirare ai 2,6GHz, ma dipenderà anche dalle scelte del regolatore italiano (sono tra l’altro frequenze in parte già occupate dalla Difesa). Viste le problematiche avute nella contrattazione per la licenza UMTS, è un elemento che potrebbe dilatare notevolmente i tempi di attesa.
Claudio Tamburrino