Non sono trascorsi che pochi giorni da quando TIM ha annunciato di aver programmato un cambiamento dei propri piani tariffari prepagati, che ADUC ha invocato l’intervento dell’authority Antitrust: sarebbe necessario fare chiarezza sulle condizioni della modifica, che i consumatori sottolineano investa non il piano tariffario, bensì servizi aggiuntivi a pagamento.
“A partire dal 10/04, TIM modifica le condizioni economiche dei profili tariffari prepagati che diventeranno Prime e avranno chiamate e SMS illimitati verso un numero TIM a scelta a 49 cent in più a settimana. Inoltre, i clienti coinvolti, avranno la possibilità di accedere, su richiesta, ad un mondo di vantaggi esclusivi”: così TIM il 22 febbraio comunicava agli utenti dei servizi prepagati la transizione a Prime, accompagnata da una “campagna comunicazionale” declinata su diversi canali, dagli SMS all’assistenza telefonica personalizzata, passando per il Web e la rete di negozi.
TIM specifica che le modifiche sono revocabili dal consumatore entro la data limite indicata nell’SMS ricevuto, disattivabili anche in qualsiasi momento dopo l’attivazione rivolgendosi al numero 409162 o all’ area dedicata del sito . Per i clienti non interessati alle modifiche è altresì possibile, come prevede la legge, recedere dal contratto o passare ad altro operatore senza penali, ammesso che si agisca entro la data indicata nell’SMS, liquidando eventuali rate residue.
La denuncia di ADUC è incentrata su questo aspetto: l’associazione di consumatori sottolinea che Prime non costituisce una modifica delle condizioni economiche del piano base ma rappresenta invece “un servizio aggiuntivo a pagamento non richiesto” che consente di associare un numero di telefono con cui comunicare a condizioni agevolate e consente di fruire di servizi quali assistenza personalizzata, accesso ad alcuni cinema a condizioni vantaggiose, navigazione 4g per i terminali che lo supportino e partecipazione a concorsi. Servizi di fatto a pagamento: “forse potrebbe anche interessare qualche cliente – scrive ADUC – Ma questo qualcuno deve richiederlo, non vederselo “appioppato” sul proprio credito telefonico”.
In quanto tale, dunque, il servizio non dovrebbe essere attivo in regime di opt-out, ma dovrebbe essere proposto sulla base dell’attivazione spontanea da parte del consumatore interessato, come prevede l’articolo 65 del Codice del Consumo.
ADUC ha dunque coinvolto l’Antitrust denunciando quella che l’associazione definisce una “pratica commerciale scorretta”, affinché l’authority si attivi per emanare un provvedimento cautelare. Una azione simile, nei mesi scorsi, era stata intentata nei confronti di Vodafone per il servizio Exclusive, che a 1,9 euro al mese offriva servizi aggiuntivi simili a quelli di TIM. AGCM ha avviato un procedimento tuttora in corso.
Gaia Bottà