In natura ce n’è in abbondanza, ma sotto forma di acqua, e questo complica non poco le cose. Ma il giorno in cui l’idrogeno diventerà davvero una forma diffusa di alimentazione per la mobilità, ecco che improvvisamente un’utopia ecologica si sarà fatta realtà e si potrà correre più in fretta verso un sogno di transizione energetica che in questi giorni di COP26 si è fatta oltremodo sentire a livello globale. Intanto in Italia c’è chi tenta di muovere il primo passo importante in questa direzione: si tratta di Eni, il colosso petrolifero che sulla transizione energetica intende costruire non solo il proprio futuro, ma la propria nuova identità.
Eni e Air Liquide: l’alternativa è l’idrogeno
In giornata il gruppo del cane a sei zampe ha annunciato un accordo con Air Liquide per il sostegno alla mobilità a idrogeno. Tra le parti è stata firmata una lettera di intenti dalla quale prenderà il via anzitutto uno studio di fattibilità per arrivare allo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento per l’idrogeno. In ballo c’è lo sviluppo di una intera filiera a supporto dei veicoli a celle a combustibile per la mobilità pesante e leggera, l’individuazione dei migliori punti di approvvigionamento e il tentativo di dar vita alla struttura base del network su cui l’idrogeno potrà iniziare a scorrere.
“La partnership“, spiega Eni, “farà leva sulle competenze di Air Liquide nella gestione dell’intera catena del valore dell’idrogeno (produzione, trasporto, stoccaggio e distribuzione) e sull’esperienza di Eni nelle attività commerciali e nel retail unite alla sua rete capillare di stazioni di servizio. Questa collaborazione punta a promuovere lo sviluppo di tecnologie, competenze e infrastrutture per favorire la mobilità a idrogeno, valutando anche partnership con altri attori di rilievo“.
C’è una rete da sviluppare
Da più parti la mobilità elettrica è vista come uno dei tasselli possibili della mobilità del futuro, ma con tutte le limitazioni che l’elettrico ancora pone. L’idrogeno, benché tecnologicamente in fase meno avanzata, pone sul piatto maggiori opportunità. I nodi da sciogliere sono in termini di produzione (attingendo alle rinnovabili per avere l’energia necessaria alla lavorazione), stoccaggio e distribuzione, dai quali conseguirà quindi l’inizio di una produzione di massa di veicoli compatibili. L’obiettivo è quello di partire anzitutto dalla mobilità pesante o quella di lunga percorrenza, operando quindi su veicoli di maggior carico e maggior chilometraggio. Spiega Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni:
L’accordo con Air Liquide è un ulteriore passo avanti nella promozione di una mobilità sostenibile. La decarbonizzazione dei trasporti deve far ricorso alla sinergia e complementarità delle tecnologie disponibili. Per questo Eni ha avviato attività che vanno dal potenziamento dei sistemi di alimentazione dei veicoli elettrici alla produzione di biocarburanti, dalla distribuzione di biometano fino a quella dell’idrogeno, che è tra i prodotti utili a ridurre le emissioni su cui Eni intende accelerare. Già a inizio 2022 Eni aprirà la prima stazione di rifornimento idrogeno in Italia in ambito urbano a Mestre (Venezia), cui seguirà la seconda a San Donato Milanese. Grazie all’accordo con Air Liquide, si rafforza la collaborazione tra operatori del settore per una ancora maggiore efficienza nel percorso verso la transizione energetica.
Pascal Vinet, Senior Vice President e membro del Comitato Esecutivo del Gruppo Air Liquide, da parte sua vede in accordi di questo tipo i tasselli necessari per arrivare ad una autentica decarbonizzazione dei trasporti: “L’implementazione di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno è una pietra miliare fondamentale lungo questo percorso. L’alleanza tra un leader nell’idrogeno e una società integrata dell’energia che opera a livello globale come Eni aprirà la strada a un accesso esteso all’idrogeno in Italia. Insieme ad Eni, nostro partner di lunga data, abbiamo l’ambizione di contribuire ad un futuro più sostenibile attraverso l’utilizzo dell’idrogeno“.