C’è una strana legge che sembra vigere nel mondo della musica online. La si potrebbe chiamare legge di Moby: una canzone in regalo diventa un best-seller su iTunes . A spiegare l’insolito fenomeno è stato lo stesso artista – vero nome Richard Melville Hall – in una email inviata al discografico Bob Lefsetz e successivamente pubblicata sul suo blog ufficiale .
“Ecco un fatto divertente – ha scritto Moby – la canzone più venduta su iTunes è Shot In The Back Of The Head . Perché è divertente? Perché è la canzone che stiamo regalando da due mesi e che può essere scaricata gratis ancora adesso. Strano”.
Strano, effettivamente. Lo scorso 30 giugno l’artista di New York aveva pubblicato per la sua etichetta Little Idiot/Mute un nuovo album dal titolo Wait For Me . Per stuzzicare la fame dei fan, Moby aveva inoltre deciso di regalare un singolo d’anteprima da scaricare sul sito ufficiale a partire dal 15 aprile. Il downloading era e continua ad essere completamente legale , al riparo da qualsiasi grana legata ai diritti d’autore.
Se i grandi numeri su iTunes confermassero questa reazione controintuitiva da parte degli utenti, il caso sarebbe interessante per un musicista da tempo impegnato nella lotta a favore dei diritti in rete. Recente , infatti, l’appello dello stesso Moby contro la RIAA, invitata “a sparire” dopo aver condannato Mamma Jammie per aver scaricato tramite Kazaa 24 canzoni appartenenti alle major. Il folletto della dance-pop aveva precedentemente aderito all’ Alleanza di Musicisti ed Artisti per la Libertà di Internet .
Le sue propositive intenzioni, tuttavia, non sembrano aver fermato i fan che, in barba all’omaggio sonoro, hanno trascinato Shot In The Back Of The Head sul podio del downloading legale e a pagamento. Un successo ripetuto anche sugli scaffali dei negozi. “L’album è appena uscito – ha dichiarato Moby a Lefsetz – e sarebbe arrivato al numero uno in Europa senza contare le ristampe di Michael Jackson. Tutto ciò è una buona cosa”.
Buono per Moby, certo, e un esempio per le quattro sorelle del disco. Una fine sicuramente più rosea rispetto al destino che ha atteso al varco i Radiohead che, due anni fa, videro naufragare la loro formula paga-quanto-vuoi in occasione del lancio dell’album “In Rainbows”. Alcuni ipotizzarono che le vendite non erano state entusiasmanti. Forse perché i fan non lo avevano ricevuto in regalo.
Mauro Vecchio