Richard Melville Hall, in arte Moby , ci va giù duro: “Esigere due milioni di dollari da una madre single per incutere timore sugli scaricatori abusivi – scrive sul suo blog – non può essere un comportamento accettabile da parte di chi, come le case discografiche, dovrebbe in teoria aiutare gli artisti a comporre musica”.
Moby si riferisce al caso di Jammie Thomas-Rassett , statunitense del Minnesota condannata in appello pochi giorni fa per aver scaricato tramite Kazaa 24 brani appartenenti alle major.
L’artista statunitense, che insieme a Michael Stipe e Trent Reznor da tempo si erge a baluardo della neutralità della Rete, ha bollato l’azione della RIAA come una mossa estremamente controproducente per il mondo della musica: secondo lui il gruppo di aziende discografiche preferirebbe essere temuto piuttosto che rispettato dagli appassionati di musica.
Il post si conclude infine con una frase emblematica e insolita, sopratutto per un artista che volente o nolente è comunque parte del sistema discografico attuale: ” The RIAA needs to be disbanded “. RIAA deve sparire . (G.P.)