Il CEO di Google, Sundar Pichai, può essere interrogato fino a due ore per rispondere alle domande sul funzionamento della modalità Incognito di Chrome. Questa è la decisione presa dalla giudice Susan van Keulen in merito alla causa intentata da alcuni utenti contro l’azienda di Mountain View oltre un anno fa.
Sundar Pichai non poteva non sapere
L’inizio della vicenda risale al mese di giugno 2020, quando alcuni utenti hanno chiesto (e successivamente ottenuto) l’avvio di una class action da 5 miliardi di dollari perché la modalità Incognito di Chrome non garantisce la privacy durante la navigazione. Secondo gli utenti, Google continua a raccogliere informazioni che possono essere utilizzate a scopo pubblicitario.
Un portavoce aveva evidenziato che, come si può leggere nell’avviso mostrato quando si attiva la modalità Incognito, le attività online possono essere visibili ai siti web. La funzionalità evita solo di salvare nel browser alcune informazioni, come cookie e cronologia di navigazione.
Gli utenti hanno ora chiesto la deposizione del CEO Sundar Pichai, in quanto ha una “personale conoscenza” dei problemi di Chrome, come dimostrano alcuni documenti presentati. La giudice Susan van Keulen ha accolto in parte la richiesta, consentendo una testimonianza della durata massima di due ore.
Un portavoce di Google, José Castañeda, ha dichiarato che la richiesta è “ingiustificata ed esagerata“. L’azienda continuerà a difendere le sue ragioni in tribunale. Non sono noti i tempi tecnici, ma sicuramente la questione non verrà risolta in tempi brevi.