Istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico, tra le accuse contro un gruppo di otto minori indagati dalla procura torinese per il tragico suicidio di una 14enne nel novarese. Per la proliferazione online di alcuni video di violenza girati ad una festa tra ragazzi, un caso di bullismo cibernetico ai danni di quei soggetti più esposti a certe vessazioni sui social network.
Più volte critici nei confronti delle principali piattaforme della condivisione, i responsabili del Moige – movimento italiano genitori – hanno deciso di denunciare Facebook alla Procura della Repubblica di Roma . “Per la grave corresponsabilità della multinazionale per omesso controllo e vigilanza nel tragico caso della giovane Carolina”, il movimento tricolore è pronto a “costituirsi parte civile in tutti i prossimi episodi di mancato controllo a danno dei minori da parte di Facebook”.
“È grave che una multinazionale come Facebook non effettui una vigilanza sulle piazze virtuali, che sembrano diventate lo strumento privilegiato per pedofili e bulli – ha spiegato Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige – Siamo indignati e preoccupati per il silenzio e l’indifferenza di chi gestisce questi potenti mezzi di comunicazione, senza un’adeguata politica di tutela dei minori”.
Alla pagina in blu Safety , Facebook ha già messo a disposizione una squadra di esperti per la pubblicazione di video esplicativi e consigli pratici sul corretto funzionamento delle varie impostazioni previste nelle privacy policy dello stesso social network californiano. Il Moige è però preoccupato dal “far west che vivono i nostri figli iscritti senza il nostro consenso a Facebook, la questione dell’accesso e vigilanza è centrale”.
“Abbiamo più volte ricordato che l’iscrizione dei minori concretamente comporta la formalizzazione di un contratto da parte di un soggetto che non ha ancora capacità giuridica per farlo – ha spiegato ancora Munizzi – né al genitore è riconosciuta la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio”.
Mauro Vecchio