Google ha deciso di contrastare maggiormente la diffusione di contenuti diffamatori, molestie online e altre pratiche predatorie. L’azienda di Mountain View apporterà alcune modifiche all’algoritmo del motore di ricerca per penalizzare i siti che estorcono denaro alle vittime per rimuovere i post.
Google nasconde i contenuti offensivi
Google spiega che il suo obiettivo è mostrare sempre risultati di qualità come risposta alle ricerche effettuate dagli utenti ogni giorno. Il sistema di ranking viene costantemente aggiornato per visualizzare i contenuti migliori all’inizio delle SERP (Search Engine Results Page). Per alcuni siti è necessario però attuare soluzioni specifiche. Si tratta dei siti che richiedono il pagamento di somme di denaro per la rimozione di determinati contenuti offensivi.
Le vittime possono chiedere la rimozione delle pagine dai risultati delle ricerche e Google “retrocede” i siti corrispondenti nelle SERP. Tuttavia, in alcuni casi, l’approccio di Google non ha funzionato, come ha evidenziato il New York Times. Per proteggere le vittime di continue molestie è stato implementato un sistema denominato “known victims“.
Se qualcuno ha richiesto la rimozione del contenuto da un sito, la penalizzazione del ranking viene applicata automaticamente per evitare che i contenuti di altri siti simili vengano visualizzati nei risultati, quando viene effettuata la ricerca del nome della persona. L’approccio è simile a quello scelto per contrastare il revenge porn.
Google promette di apportare frequenti modifiche all’algoritmo del motore di ricerca per evitare la diffusione di contenuti offensivi, cercando quindi di migliorare ulteriormente la qualità dei risultati.