Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti chiederà al giudice di imporre la vendita di Chrome. Secondo le fonti di Bloomberg, questo sarà il rimedio principale per eliminare il monopolio di Google e ripristinare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca. Il browser rappresenta la “porta di accesso” a Search più utilizzata dagli utenti.
Vendita di Chrome e altri rimedi
In base alla sentenza del 5 agosto 2024, Google mantiene un monopolio nei mercati dei motori di ricerca e dell’advertising testuale nei motori di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia ha comunicato al giudice Amit Mehta un lungo elenco di rimedi per ripristinare la concorrenza. Nella prima versione erano previste misure più estreme, come la vendita di Chrome, Android e Play Store (Google aveva evidenziato le conseguenze negative).
Secondo le fonti di Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia avrebbe scelto opzioni meno severe. Nei prossimi giorni (forse entro oggi) verranno inviati al giudice i nuovi rimedi. Quello principale prevede la vendita di Chrome. Il browser, utilizzato dal 57,45% degli utenti statunitensi (in base ai dati di StatCounter di ottobre), rappresenta la porta di accesso al motore di ricerca. Viene inoltre sfruttato da Google per ottenere profitti dall’advertising e per spingere gli utenti ad usare Gemini tramite AI Overviews.
Lee-Anne Mulholland, Vice Presidente di Google per gli affari normativi, ha dichiarato:
Il Dipartimento di Giustizia continua a promuovere un programma radicale che va ben oltre le questioni legali in questo caso. In questo modo, il governo danneggerebbe i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana proprio nel momento in cui è più necessaria.
Il Dipartimento di Giustizia non chiederà più la vendita di Android, ma la sua separazione da altri prodotti, tra cui Search e Play Store. Google dovrà inoltre fornite i dati usati dal motore di ricerca, consentire ai siti di vietare l’uso dei contenuti per l’addestramento di Gemini e condividere più informazioni con gli inserzionisti. Ovviamente dovranno essere annullati i contratti con le aziende che usano Google come motore di ricerca predefinito (Apple in particolare).
Alcuni esperti del settore ritengono improbabile la vendita di Chrome. L’eventuale acquisizione da parte di altre Big Tech porterebbe all’avvio di un nuovo procedimento antitrust. Potrebbe però rappresentare un’opportunità per aziende più piccole, come OpenAI. La sentenza finale del giudice è prevista entro agosto 2025.