Era già accaduto nell’agosto del 2007 ma in quell’occasione ha riguardato “solo” 1,3 milioni di account, ora Monster.com, pionere del recruitment online, deve fare i conti con quella che appare come una più grave violazione dei propri sistemi.
In un warning diramato nelle scorse ore, disponibile qui nella versione italiana , la società spiega: “Abbiamo avuto prove di un accesso non autorizzato al nostro database e che certi dati di account e contatto sono stati prelevati, incluse password e ID utente di Monster, indirizzi email, nomi, numeri telefonici e altri dati demografici di base”.
Monster, tenuta dalla legge ad annunciare l’avvenuta violazione, che in quasi tutti gli Stati Uniti non può essere nascosta agli utenti, sottolinea che tra i dati prelevati non vi sono numeri di social security né dati finanziari personali che l’azienda normalmente non raccoglie. I contenuti dei curriculum degli utenti non sarebbero stati prelevati dagli “incursori”.
L’azienda sta investigando sull’accaduto e per ora non è in grado di fornire la “dimensione” della violazione, di quanti account siano stati violati, né quali siano gli utenti coinvolti. Per questo nella sua nota invita tutti i propri iscritti alla cautela contro possibili tentativi di furto di identità e chiede che ciascuno sostituisca la propria password.