L’ex boss della Federazione Automobilistica Internazionale (FIA) Max Mosley ha deciso di cercare di far rimuovere da tutta la Rete il video molto compromettente che lo vede protagonista.
Mosley si è trovato nell’occhio dei ciclone quando è circolato online un video amatoriale che lo ritrae impegnato in quella che i media non hanno esitato a definire un'”orgia nazi-sessuale” con alcune escort. Dal punto di vista legale nel Regno Unito Mosley non aveva avuto fortuna: la High Court, pur riconoscendo la violazione della privacy, aveva respinto il ricorso con cui si chiedeva di costringere News of the World (quasi per la legge del contrappasso poi al centro di un altro scandalo che ha, questo sì, portato l’editore Rupert Murdoch a testimoniare in tribunale e la testata a chiudere) a rimuovere il video compromettente. Ormai era circolato, c’era ben poco da fare.
Ora, invece, Mosley riferisce di essersi di rivolto ai tribunali francesi e tedeschi (e, dice, in altri 20 paesi) per chiedere che Google sia costretta a monitorare ed eventualmente censurare i risultati delle query che associano il suo nome a pratiche sadomasochistiche, e che 193 siti rimuovano il materiale contestato .
Mountain View e altri siti interpellati sembrano peraltro, in seguito alle richieste degli avvocati dell’accusa, aver provveduto a rimuovere alcuni dei riferimenti contestati . Ma Mosley chiederebbe qualcosa di più al motore di ricerca: un costante e preventivo controllo atto a eliminare completamente la diffusione del video incriminato . In caso contrario minaccia azioni anche in California, dove il motore di ricerca ha base.
Il problema, dunque, passa dall’essere legato alla privacy di Mosley alla questione del diritto all’oblio: Google si vedrebbe costretto ad una vigilanza preventiva e sproporzionata per un intermediario. Una richiesta che, legata alla memoria da elefante della Rete, viene sporta al motore di ricerca sempre più spesso .
Claudio Tamburrino