Il secondo trimestre fiscale del 2010 di Motorola ha registrato introiti per 5,41 miliardi di dollari, superando le stime di Wall Street (che l’ha premiata con un più 1 per cento). Con un profitto di 162 milioni di dollari (molto di più rispetto ai 26 milioni dello scorso anno), l’azienda riesce a segnare circa 9 centesimi lordi di ricavo per azione.
A trainare la compagnia un contratto per la costruzione della rete LTE nell’area di San Francisco e una serie di contratti riguardanti progetti (avviati con il gruppo Projetc 25 ) di comunicazione radio in Georgia, Maryland, New York e Washington.
Ancora non totalmente esaltanti, invece, le vendite dei sui device mobili: solo 8,3 milioni di apparecchi sono stati venduti (rispetto ai 14,8 del corrispondente periodo del 2009), con gli smartphone fermi a 2,7 milioni di unità (un po’ di più rispetto ai 2,3 milioni venduti nel primo quarto, ma meno dei 2,8 attesi).
Una perdita operativa, per la divisione che si occupa dei telefonini, escluse le entrate relative ad una causa legale, di 109 milioni di dollari. Cifre, in ogni caso, che per quanto riguarda i dispositivi di fascia bassa superano le aspettative e che quindi, insieme all’ accordo con Verizon Wireless, spingono i dirigenti a confidare nel prossimo successo dei nuovi dispositivi Android e in particolare Droid X.
Proprio sul modello da molti visto come l’anti-iPhone puntano per spingere in alto i numero del settore mobile dell’azienda, tanto che sperano che nel prossimo quarto le vendite di smartphone dell’azienda possano arrivare a 3,8 milioni di apparecchi. In fondo, come dice la nuova pubblicità , Droid è un apparecchio “che non necessita di custoria” per effettuare chiamate.
Il successo di questo settore è d’altronde fondamentale per permettere a Motorola di effettuare senza scossoni una ristrutturazione aziendale prevista entro il primo quarto 2011: lo scopo è quello di separare la divisione che si occupa dei contratti e delle soluzioni aziendali, da quello che si occupa della commercializzazione dei prodotti, costituito in gran parte proprio dagli apparecchi mobile.
Claudio Tamburrino