Dopo aver ottenuto nuovamente l’accesso a Twitter, al termine della sospensione temporanea di 12 ore, Trump ha nuovamente violato le regole del social network. In seguito alla pubblicazione di due tweet considerati l’ennesima incitazione alla violenza, l’account @realDonaldTrump è stato definitivamente chiuso. Mozilla e la EFF hanno approvato la decisione, ma chiedono una maggiore trasparenza e regole uguali per tutti.
Mozilla: il deplatforming non basta
Mitchell Baker, Presidente e CEO di Mozilla Foundation, ha dichiarato che Trump non è il primo politico ad utilizzare i social media per fomentare violenza e odio. E certamente non sarà l’ultimo. È quindi necessario adottare ulteriori azioni precise e specifiche, oltre alla sospensione temporanea o permanente.
La Baker ritiene innanzitutto che dovrebbe essere rivelato chi paga per la pubblicità e quanto sta pagando. Le varie piattaforme social dovrebbero inoltre garantire una maggiore trasparenza sull’uso degli algoritmi, in modo da sapere come e quali contenuti vengono amplificati, per chi e l’impatto associato.
I social network dovrebbero attivare tutti gli strumenti necessari per amplificare le notizie provenienti da fonti autorevoli rispetto alla disinformazione. La Baker chiede infine di avviare la collaborazione con ricercatori indipendenti per eseguire studi approfonditi sull’impatto dei social media sulle persone e sulla società.
EFF: regole uguali per tutti
La EFF (Electronic Frontier Foundation) considera giusta la decisione di Twitter e altri social network di sospendere l’account di Trump, ma esprime la sua preoccupazione in merito al loro ruolo di censori.
La fondazione sottolinea inoltre che le piattaforme social hanno sempre privilegiato alcuni utenti (funzionari governativi in particolare) rispetto ad altri, non solo negli Stati Uniti.
Secondo la EFF non dovrebbero esistere regole più permissive per politici e leader mondiali. È necessaria invece una maggiore trasparenza e coerenza nella loro applicazione.