Mozilla, denari per Pocket

Mozilla, denari per Pocket

La Fondazione ha acquisito il servizio che consente di salvare e gestire segnalibri per contenuti consultare con calma: da integrare anche all'idea di Context Graph
La Fondazione ha acquisito il servizio che consente di salvare e gestire segnalibri per contenuti consultare con calma: da integrare anche all'idea di Context Graph

Mozilla Corporation ha acquisito Read It Later, Inc. , la società sviluppatrice di Pocket , il servizio che permette agli utenti di salvare per una successiva lettura le pagine che ritengono interessanti o utili incontrate durante la navigazione.

Sviluppata sia come app per iOS, Android e Kobo che come estensione per browser, Pocket è stata fondata nel 2007 e al momento conta al momento più di 22 milioni di utenti e 2 miliardi di contenuti salvati : nell’epoca della corsa ai contenuti, insomma, sembra essere un’importante fonte di dati.
Mentre giganti come Facebook ed Apple sviluppano internamente tali risorse, Mozilla sembra aver seguito la via tracciata da Pinterest, che lo scorso agosto ha acquisito il rivale storico di Pocket, Instapaper.

Secondo quanto riferisce Mozilla nel suo comunicato , si tratta della sua “prima acquisizione strategica”, importante per crescere a livello di presenza mobile e per fornire agli utenti ovunque siano “strumenti potenti per scoprire ed accedere a contenuti web di alta qualità indipendentemente dalla piattaforma o dal fornitore del contenuto”.
“Stiamo raddoppiando i nostri sforzi per garantire una Internet in salute – spiega Mozilla – e come risorsa pubblica globale open e accessibile a tutti.”

Pocket entrerà a far parte del portafoglio prodotti di Mozilla e il suo team di sviluppatori, che continuerà ad operare come sussidiaria indipendente da Mozilla ma all’interno del Mozilla open source project . Aiuterà inoltre la Fondazione ad accelerare i suoi sforzi di sviluppo dell’ iniziativa Context Graph che rappresenta appunto l’idea di Mozilla di come integrare contenuti di interesse per l’utente in uno strumento di navigazione sul Web.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
28 feb 2017
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