L’entrata in gioco di Google con Chrome ha rilanciato la sfida tra i browser che sembrava ormai definitivamente sopita. Il risultato è che oggi il software di Mountain View è il leader di questo mercato, e a complicare ulteriormente la questione ci si è messa pure l’esplosione del mobile. Il ruolo di Firefox, il browser di Mozilla, è uscito molto cambiato da tutte queste novità. E la Foundation non è stata a guardare: la versione per Android e la nascita di Firefox OS segnano l’impegno per tenere sana e viva la comunità di sviluppo e utenti che si affidano al panda rosso.
In vista dell’uscita di Firefox 22, attesa per la fine di giugno, Punto Informatico ha discusso di alcune delle questioni in gioco nel mercato browser con Tristan Nitot , principal evangelist di Mozilla.
Punto Informatico: I browser stanno cambiando, sono sempre più una piattaforma di sviluppo per il Web. Come pensa Mozilla di convincere gli sviluppatori a investire sul proprio browser? Basta un buon motore JavaScript?
Tristan Nitot: “Vale la pena ricordare che Mozilla non è un’azienda bensì una organizzazione non-profit: una volta che si tiene presente questo appare evidente che, non dovendo generare fatturato a tutti i costi, Mozilla può fare scelte che altri player sul mercato non posso fare. Le ragioni che ci spingono a realizzare un browser sono differenti”.
PI: Quali sono quindi queste ragioni?
TN: “Ci interessa costruire una piattaforma, non soltanto mostrare delle pagine: ma non vogliamo costruire la nostra piattaforma, vogliamo che il Web sia la piattaforma. In effetti il Web è già una grande piattaforma non sotto il controllo di una sola azienda, una piattafiorma diversa da tutte le altre come iOS, OS X, Windows o Facebook: il Web è una piattaforma aperta, dove chiunque può creare un servizio o un’applicazione senza chiedere il permesso a nessuno”.
PI: Bisognerà intraprendere dei passi precisi per garantire tutto questo.
TN: “Vogliamo che il Web sia la piattaforma e vogliamo che lo resti: per questo dobbiamo lavorare per renderlo una piattaforma più efficiente. E per farlo possiamo sviluppare un motore di elaborazione Javascript più veloce, in modo che applicazioni più complesse possano funzionare all’interno del browser, senza dover sviluppare per ogni sistema operativo del codice specifico”.
PI: Si possono fare degli esempi di tecnologie che sono in dirittura d’arrivo nel ramo stabile di Firefox?
TN: “È il caso di emscripten , che permette di portare codice C++ in Javascript; o di asm.js , ovvero un sottoinsieme ottimizzato di JavaScript che permette di aumentare drasticamente la velocità di esecuzione (quest’ultima funzionalità dovrebbe essere rilasciata con Firefox 22 verso la fine di giugno). Grazie a questo tipo di novità diventa possibile, ad esempio, elaborare fotografie digitali in formato RAW direttamente nel browser: pochi anni fa era impensabile eseguire codice C++ ad alte prestazioni in un browser”.
PI: Ci sono anche altre componenti tecnologiche che vanno in questa direzione, come WebRTC.
TN: “WebRTC è un altro esempio di quanto sarà possibile con Firefox 22: cattura audio/video, scambio di informazioni P2P con la possibilità di inviare dati. Sono i mattoni per costruire le applicazioni, così come un mattone importante è stato WebGL: lavorare direttamente con la scheda grafica dal browser è un’altra tecnologia di cui siamo stati pionieri e che oggi è praticamente uno standard. Ed è quello il nostro scopo: rendere il browser una potente piattaforma basata su standard, in modo tale che quella stessa tecnologia sia subito o nel prossimo futuro disponibile anche per il mobile”.
PI: Ecco, il mobile: il mobile sembra sempre di più al centro dei pensieri di Mozilla .
TN: “Ormai è evidente: il mondo intero sta diventando mobile. Basti pensare al numero di PC venduti nel 2012 confrontato con il numero di smartphone venduti. Le future generazioni useranno Internet via cellulare molto più spesso che da un PC: pertanto, se vogliamo avere rilevanza dobbiamo andare verso il mobile, e dobbiamo garantire che il Web con i suoi standard abbia successo. Creare un sistema operativo mobile per promuovere il Web era un passo logico”.
PI: Ma cosa accomuna strumenti tanto diversi come un browser per PC e un sistema operativo mobile?
TN: “Gecko è il fattor comune tra le piattaforme: fa funzionare Firefox sui PC, sui dispositivi Android, è il cuore di Firefox OS. Al momento il principale obiettivo è ottimizzarlo affinchè funzioni al meglio anche sulle piattaforme meno potenti: non ci sono sempre un Core i7 e 8GB di RAM sotto il cofano, ma dobbiamo essere sicuri che il nostro codice sia performante in tutte le condizioni”.
PI: Le soluzioni della concorrenza sembrano però lavorare anche parecchio sulla semplicità e la facilità con cui le informazioni passano tra le varie piattaforme. Sync, il sistema di sincronizzazione di Mozilla, non è proprio lo stato dell’arte in questo senso.
TN: “I nostri requisiti in termini di privacy, con Sync, erano estremamente alti: non sempre i nostri competitor puntano allo stesso tipo di requisiti. L’idea di base con Sync era quella di garantire che nessuno avesse accesso ai dati degli utenti a parte gli utenti stessi: era più importante garantire la privacy. Ma stiamo lavorando alla futura versione di Sync, anche se non sarà pronta prima di qualche mese: il progetto PICL serve proprio a questo, a rendere le funzioni di Sync più facili da usare, a poter importare senza problemi le proprie impostazioni mentre si è a casa di un amico, fare il logout e avere la certezza che sparisca tutto. Non è ancora pronto, ma come di consueto il nostro lavoro è molto trasparente e open source”.
PI: Parlando di privacy, c’è stata un po’ di confusione in merito alla questione dei cookie di terze parti . Quello di Mozilla è stato un mezzo passo falso, o una marcia indietro?
TN: “La privacy è sempre importante, ma bisogna trovare un equilibrio. Quello che vogliamo è un Web migliore che rispetti gli utenti. E che rispetti anche la privacy degli utenti. Ma vogliamo anche un Web che funzioni bene su Firefox: bisogna rispettare l’aspetto commerciale del Web perchè è parte del sistema, non possiamo ciecamente puntare a distruggere l’advertising. Ne va della salute del Web. Stiamo quindi cercando di trovare un buon compromesso tra il rispetto dell’utente e la salvaguardia della salute commerciale del Web”.
PI: Entro la fine del mese è previsto il rilascio di Firefox 22. In due parole, quali le novità su cui focalizzarsi.
TN: “Firefox 22 cambia su due livelli. Per gli sviluppatori ci saranno WebRTC, e strumenti specifici destinati a loro in cui stiamo investendo molte risorse. L’obiettivo è realizzare una piattaforma solida su cui costruire per rendere il Web più potente. Gli utenti vedranno invece migliorare drasticamente la versione Android, che diventa più veloce costantemente, e sul PC c’è maggiore integrazione delle Social API: ci saranno Facebook e altri servizi direttamente nel browser”.
PI: Ecco di nuovo la questione privacy. Non si rischia, con le Social API , di consegnare le chiavi del browser ai social network?
TN: “Non si può negare l’evidenza: gli utenti vogliono interagire coi social network nel browser, e non avrebbe molto senso ingaggiare una battaglia o chissà cosa con i social network. Io uso Twitter, e non voglio che sia il browser a decidere se posso interagire con questo tipo di servizio oppure no. Creare le Social API significa piuttosto decidere cosa sia possibile fare direttamente nel browser: essere certi che ci siano dei limiti che non possano essere superati”.
PI: Oltre Firefox 22.
TN: “Nel futuro ci sono in lavorazione diverse novità, tutte già visibili nelle versioni sperimentali. Per esempio Australis ( già visionabile a lavoro nelle Nightly Build di Firefox, ndr ), ovvero un’evoluzione a cui hanno lavorato dei visual designer per cercare di realizzare un look and feel nuovo per Firefox. Alcuni elementi di Australis hanno già debuttato nella versione stabile del browser, come nel caso del Download Manager, ma ci sono allo studio anche nuovi menu e altre parti dell’interfaccia. L’obiettivo è garantire maggiore personalizzazione al software, pur mantenendo una visione pulita nel suo complesso”.
PI: Dulcis in fundo. Capitolo 64bit: è escluso che possa prima o poi nascere una build 64bit stabile?
TN: “Il capitolo 64bit non è ancora completamente chiuso. La discussione prosegue, non so ancora come finirà: non è ancora stata presa una decisione definitiva. Io personalmente spero che prima o poi ci sarà una versione 64bit”.
a cura di Luca Annunziata