Mozilla paga Wikimedia per lo sviluppo del video-web FOSS

Mozilla paga Wikimedia per lo sviluppo del video-web FOSS

La tana del panda rosso matura un pagamento in dobloni per migliorare Theora, che viene sospinto quale unico vero codec open source per i contenuti visivi del web di domani
La tana del panda rosso matura un pagamento in dobloni per migliorare Theora, che viene sospinto quale unico vero codec open source per i contenuti visivi del web di domani

Theora , lo standard di codifica multimediale di nuova generazione nato dalla necessità di fornire una reale alternativa gratuita e aperta all’imperare di formati proprietari quali MPEG-4 e H.264, si guadagna il supporto completo di Mozilla Foundation, che alle parole fa seguire i fatti concreti concedendo ben 100mila dollari per l’ulteriore sviluppo e raffinamento del formato .

Il denaro verrà gestito da Wikimedia Foundation , che già usa Theora per i video attualmente ospitati sulle pagine di Wikipedia e ne pianifica un supporto ancora maggiore nei mesi a venire . Mozilla, dal canto suo, integrerà Theora in Firefox 3.1, e giustifica la donazione con il fatto che il web non può continuare a rimanere ostaggio degli algoritmi proprietari , gli abusi del DMCA americano e lo strapotere di chi è interessato al profitto più che allo sviluppo del web.

“Crediamo che Theora sia oggi il percorso migliore da seguire per contenuti video su Internet realmente open e gratuiti. Noi crediamo anche che esso possa migliorare nella qualità video, nelle performance e nella qualità dell’implementazione”, scrive Mike Shaver di Mozilla giustificando il perché di quei 100mila dollari.

Il Mozilla Evangelist Christopher Blizzard si addentra poi nelle motivazioni ideali che stanno dietro alla nascita e alla crescita di progetti come Theora (o anche Ogg Vorbis per l’audio), evidenziando come l’attuale pervasività dei contenuti video in rete nasconda in realtà una centralizzazione del controllo sui contenuti che è frutto del gioco dei soliti noti e delle corporazioni multimediali.

Blizzard dice che siti come YouTube “non condividono quegli stessi principi di democratizzazione che hanno reso il web vibrante e distribuito”, essendo altresì affetti da forme di censura facile e immediata favorite dal DMCA, e concentrano l’audience sui pochi portali che possono permettersi le risorse e la tecnologia per ospitare i video in streaming.

In un mondo ideale, al contrario, un mondo in cui i formati di distribuzione digitale siano documentati, aperti, accessibili e utilizzabili da chiunque il controllo centralizzato non è possibile o ha comunque maglie enormemente più larghe attraverso cui far passare il dissenso e la creatività. Nel web che trasformerà i contenuti video in un patrimonio di conoscenza accessibile e utilizzabile alla stessa stregua di quello testuale, dice Blizzard, non c’è molto spazio per Flash, DivX o WMV e Theora può ben giocarsi le sue carte come apripista della prossima rivoluzione “dal basso” di Internet.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
28 gen 2009
Link copiato negli appunti