Il blog ufficiale di Mozilla ha annunciato una partnership importante con alcuni tra i principali protagonisti del mercato telematico, una collaborazione “ufficiosamente” già avviata da tempo e con l’obiettivo dichiarato di “consolidare le informazioni sullo sviluppo Web” per Firefox e gli altri browser concorrenti.
Il centro di questa nuova iniziativa unificante è il portale Mozilla Developer Network ( MDN ), un servizio basato su wiki – quindi modificabile da chiunque – già attivo da anni con numerose documentazioni sulle più importanti tecnologie che formano la base del Web moderno .
MDN è da tempo un punto di riferimento per chi sviluppa in JavaScript, HTML5, CSS e compagnia, con il 95 per cento delle visite riguardanti le suddette tecnologie standard e solo il 5 per cento degli sviluppatori interessati alle implementazioni esclusive del software Mozilla (Firefox e Thunderbird).
Gli sviluppatori di Google, Microsoft e di altre aziende tecnologiche hanno già contribuito ad arricchire la documentazione di MDN per via informale, sostiene Mozilla, e alcuni mesi fa le corporation si sono accordate per una formalizzazione della partnership attraverso la formazione di una Product Advisory Board composta da esponenti delle singole organizzazioni partecipanti.
I principali promotori della “nuova” MDN unificata sono quindi Microsoft, Google, Samsung, il World Wide Web Consortium (W3C) e ovviamente Mozilla. Di questi la più interessata all’iniziativa sembra essere Microsoft, che ha deciso di spingersi oltre reindirizzando le sue oltre 7.700 pagine di documentazione Web (su rete MSDN) verso le corrispondenti pagine della wiki di MDN.
Grazie alla nuova partnership industriale, MDN corona una lunga storia di assistenza allo sviluppo Web iniziata all’epoca di Netscape Navigator, nel 2005, quando Mozilla decise di andare per conto proprio con il progetto Firefox. Da allora la wiki è cresciuta fino a inglobare più di 34.500 pagine di documentazione e 20.500 utenti contributori. Il numero di visite mensili si assesta invece sui sei milioni di utenti.
Alfonso Maruccia