Mozilla annuncia importanti novità in merito alla spinosa questione del blocco dei cookie di terze parti , una funzionalità che avrebbe dovuto fare la propria comparsa nella beta di Firefox 22 e che ora lascerà il posto a un approccio più complesso e meno prono a fallire il duplice compito di salvaguardare la privacy e gli interessi commerciali sul Web.
Il piano originale di blocco dei cookie, spiega Mozilla, è stato abbandonato perché l’algoritmo implementato non è risultato adeguato al compito: per tale ragione, la Foundation lavorerà con il Center for Internet and Society della Stanford Law School nella gestione di una piattaforma chiamata The Cookie Clearinghouse (CCH).
CCH è un sistema di verifica del tracciamento a mezzo cookie che funziona in maniera non dissimile dal sistema di protezione contro gli URL malevoli già integrato in Firefox, e servirà al browser Mozilla per verificare il blocco di un cookie tracciante per mezzo di white list e black list costantemente aggiornate.
A gestire il CCH ci saranno i produttori di browser come Mozilla e Opera, i ricercatori e gli esperti di leggi europee e PMI, e tutti lavoreranno per l’obiettivo comune di garantire sia il rispetto della privacy che le necessità economiche degli operatori commerciali.
Alfonso Maruccia