La scorsa settimana, Mozilla Foundation ha reso nota con un post sui social la possibilità di supportare la propria attività attraverso donazioni in criptovalute. L’annuncio si è immediatamente trasformato in un clamoroso boomerang mediatico, scatenando l’ira dei follower che hanno subito puntato il dito contro i lati oscuri di questi asset.
Niente più donazioni in BTC, ETH o DOGE a Mozilla
Ieri è stato comunicato il dietrofront: stop al sostegno in Bitcoin, Ethereum o Dogecoin, almeno per il momento. Il perché del coro di proteste è presto spiegato. Sono state citate anzitutto le problematiche legate alla sostenibilità delle crypto, basate su blockchain che per rimanere operative e funzionali consumano un grande quantitativo di energia.
Così, a partire da oggi, revisioniamo se e in che modo la nostra attuale policy sulle donazioni in criptovalute è coerente con i nostri obiettivi riguardanti il clima. E finché impegnati in questa revisione, sospendiamo le donazioni in criptovalute.
So, starting today we are reviewing if and how our current policy on crypto donations fits with our climate goals. And as we conduct our review, we will pause the ability to donate cryptocurrency. 3/4
— Mozilla (@mozilla) January 6, 2022
C’è poi chi, come nel caso di Jamie Zawinski (co-fondatore di Mozilla) ha posto l’accento sulle insidie legate al mondo delle criptovalute, con un riferimento diretto alle truffe perpetrate e a dinamiche ritenute simili a quelle di uno schema Ponzi.
Ciao, sono certo che chi gestisce questo account non abbia idea di chi io sia, ma ho fondato Mozilla e sono qui per dire *** e ***. Tutti coloro coinvolti nel progetto dovrebbero davvero vergognarsi della decisione di collaborare con truffatori Ponzi che inceneriscono il pianeta.
Hi, I'm sure that whoever runs this account has no idea who I am, but I founded @mozilla and I'm here to say fuck you and fuck this. Everyone involved in the project should be witheringly ashamed of this decision to partner with planet-incinerating Ponzi grifters.
— j͕̠̦̪͕̓͛̊̾̄ͅw̧̧̳̪̘͊̋͗̾͢͠z̢̘̞͈̺̞̩̓̽̐̋͗̆̋̚͟͜ (@jwz) January 3, 2022
Per quanto concerne il consumo di energia, la sola rete decentralizzata su cui poggia il trading di BTC brucia ogni anno circa 127,8 TWh, secondo una stima effettuata dall’Università di Cambridge. Per fare un confronto, il quantitativo è in costante aumento e ad oggi supera è quanto richiesto per soddisfare il fabbisogno di un paese intero come l’Ucraina (124,5 TWh).