“Ho visto che alcuni interpretano questa operazione come l’ abbandono di Thunderbird da parte di Mozilla. Non è una osservazione centrata”: così la chairwoman della Mozilla Foundation Mitchell Baker torna sul comunicato diramato alla community nei giorni scorsi, per offrire un chiarimento, per rassicurare gli affezionati utenti e coloro che contribuiscono al codice del client di posta elettronica lanciato nel 2003 .
Baker non smentisce il messaggio lanciato in precedenza: nel post sul proprio blog si guarda dal tornare a definire Thunderbird una zavorra, una “tassa da pagare”, ma la sostanza non cambia. Il client email, il cui sviluppo del codice fin dal 2012 è stato affidato alla community, è manutenuto quanto basta per offrire aggiornamenti di sicurezza rivolti in particolare alle aziende, secondo la formula Extended Support Release : che Thunderbird non sia più una priorità per Mozilla è chiaro ormai da tempo.
Ma Thunderbird è strettamente interconnesso a livello di infrastruttura con Firefox, condivide con Firefox il meccanismo di build e release, ha in comune con Firefox delle tecnologie. Firefox, però, “ha bisogno di muoversi alla velocità del Web, ha bisogno di portare ciò che amiamo del Web nel mondo del mobile, del social, dei dati e del cloud” spiega Baker: “Thunderbird – osserva la chairwoman – è un progetto open source di valore e molto apprezzato, ma si basa su diversi parametri”. “Firefox e Thunderbird hanno bisogni differenti”, spiega, e “condividere la stessa infrastruttura non è più efficace”.
Proprio di questo aspetto meramente tecnologico parlava Baker nella propria comunicazione alla community: “il futuro – ribadisce – deve essere programmato sulla base della necessità di un piano incentrato sulla separazione tecnica dell’infrastruttura di Firefox e Thunderbird”.
Baker riconosce però di “aver rilevato che si dovrebbe valutare se Mozilla resti la sede migliore per Thunderbird dal punto di vista organizzativo e legale”: la chairwoman non si sente di azzardare una risposta, ci sono motivi validi per supportare entrambe le opzioni, l’una basata sulla storia e l’affiatamento della community, l’altra più tarata “sulle dimensioni e le prospettive” per Thunderbird.
Tutto è ancora da discutere e da decidere, in ogni caso: l’unica certezza, nelle parole di Baker, è che Mozilla ha bisogno di “concentrarsi su un percorso più lungimirante, che ha lo scopo di garantirle una stabilità a lungo termine, e non di mantenere lo status quo”.
Gaia Bottà