Roma – Salve, scrivo in riferimento alla risposta fornita ad un lettore riguardo al prezzo dei prodotti creativi in Russia .
La vostra spiegazione che in Russia non si pratichi un “enforcement” delle leggi sul copyright trascura le differenze nelle leggi sul copyright, le quali sono la vera causa dei richiami della WTO .
Infatti, in Russia la legislazione sul diritto d’autore prevede il cosiddetto “compulsory licensing”. Al detentore del copyright viene concesso il diritto di riscuotere royalty, ma viene anche imposto un prezzo per queste royalty, e viene fatto obbligo di concedere le licenze a chiunque ne faccia richiesta – a patto che paghi le royalty previste, ovviamente. Queste sono negoziabili solo in caso di accordo fra le due parti, altrimenti viene utilizzato il prezzo “calmierato.”
I richiami del WTO non nascono (soltanto) dalla mancata applicazione di leggi, o di controlli che ne garantiscano il rispetto (questo il significato di “enforcement”). Essi sono dovuti (anche e soprattutto?) all’incompatibilità di tali leggi con quelle in uso negli altri paesi della WTO.
Il caso russo offre un ulteriore, interessante spunto di riflessione su come il nostro modello di leggi sul copyright sia tutt’altro che l’unico possibile.
Per maggiori informazioni consiglio un post molto interessante di un autore russo e una visita al sito della Società Russa per il Multimedia e le Reti Digitali, ente responsabile della raccolta delle suddette royalties.
Marco Baciarello