Los Angeles (USA) – I creatori di TorrentSpy , uno dei più importanti tracker pubblici utilizzati dagli utenti del sistema P2P BitTorrent , hanno denunciato la Motion Pictures Association of America per violazione di sistema informatico . Una vera novità per i legali di MPAA, abituati ad essere quasi sempre nel ruolo dell’accusa .
Secondo i legali di TorrentSpy, MPAA avrebbe ingaggiato cracker prezzolati per compromettere le attività del popolarissimo motore di ricerca per file torrent, frequentato quotidianamente da migliaia d’utenti.
“Sembra una storia da film drammatico”, dice Ira Rothken, rappresentante legale di TorrentSpy. In breve, gli amministratori di TorrentSpy hanno appreso da “fonti anonime” che MPAA avrebbe sborsato 15.000 dollari per arruolare un cracker che tenesse sotto controllo la corrispondenza elettronica del tracker.
TorrentSpy di recente è stato denunciato da MPAA perché il motore di ricerca del tracker indicizza anche audiovisivi pirata e questo, secondo i legali dell’importantissima organizzazione, costituirebbe favoreggiamento alla pirateria. Secondo Rothken, MPAA avrebbe pertanto avuto moltissimi interessi ad intrufolarsi nei sistemi informatici di TorrentSpy. “Abbiamo prove significanti ed inconfutabili riguardo al coinvolgimento di MPAA nella violazione dei sistemi di TorrentSpy”, dichiara Rothken.
“È veramente ironico, perché MPAA si erge sempre a paladino dei diritti cinematografici e condottiero dell’antipirateria, per poi vestire i panni del pirata e ledere la proprietà altrui”. Dalle dichiarazioni di Ira Rothken pubblicate su News.com emerge che “MPAA ha sottratto dati dagli archivi informatici di TorrentSpy”. “Il cracker prezzolato”, aggiunge, “ha fortunatamente gettato la spugna e ci ha parlato dei suoi mandanti e della sua collaborazione con MPAA, così da limitare i danni subiti”.
L’acredine di MPAA contro TorrentSpy ha davvero portato all’ingaggio di un cracker? La risposta verrà solo dagli sviluppi di questa insolita diatriba legale.
Qualcuno osserva che, al di là della querelle legale, TorrentSpy non ha la coscienza pulita e questo perché dando un’occhiata ai risultati offerti da TorrentSpy per la stringa di ricerca ” The Da Vinci Code “, il titolo del film basato sull’omonimo libro di Dan Brown, appare evidente che il celebre sito sia frequentato da pirati aggiornatissimi. Un fenomeno che di certo non va giù agli studios di Hollywood riuniti nella MPAA. Poco importa, in questo senso, se alcuni pirati cinesi, stando a quanto pubblicato da CD Freaks , si sarebbero persino lamentati della “bassa qualità offerta dalla versione abusiva del film diffuso via BitTorrent”.