C’è chi ha sottolineato come si tratti di numeri altisonanti, in chiara ed evidente contraddizione con gli apocalittici timori sbandierati dall’industria statunitense del cinema. Le cifre in questione sono quelle snocciolate dalla Motion Picture Association of America (MPAA), in un comunicato stampa .
Il 2010 dell’industria statunitense del cinema ha fatto registrare un livello record d’entrate, con circa 31,8 miliardi di dollari guadagnati dalla vendita di biglietti in tutto il mondo . Un aumento dell’8 per cento rispetto alla fine dell’anno 2009. Solo nell’area asiatica la crescita annuale è stata pari al 21 per cento.
Cifre da capogiro , trainate dal richiamo sempre maggiore esercitato sugli spettatori da parte della tecnologia 3D. Il 21 per cento del totale degli incassi sui mercati di Stati Uniti e Canada – che è rimasto stabile a 10,6 miliardi di dollari – è stato in pratica generato grazie a kolossal in tre dimensioni come Avatar.
Secondo i dati presentati da MPAA, l’esperienza cinematografica – quella nelle sale – resterebbe la più economica tra le tante possibilità d’intrattenimento. Una famiglia statunitense media di quattro persone spenderebbe circa 50 dollari per altrettanti biglietti . Una partita di National Football League (NFL) ne richiederebbe 300.
Ma questi numeri così incoraggianti non sembrano aver fermato il presidente e CEO di MPAA Bob Pisano, che ha sottolineato come il futuro dell’industria cinematografica sia ormai appeso ad un filo. Tutta colpa degli scariconi e dell’impossibilità della stessa industria di competere con la formula peggiore, quella incontrollabilmente gratuita.
Mauro Vecchio