Los Angeles – Se non puoi vincere, prova almeno a convincerli . Motion Picture Association of America , la potente associazione degli studios americani attivamente impegnata nella difesa del diritto d’autore, nella prima newsletter del proprio servizio web My Movie Muse ha pubblicato le risposte a sondaggi che avrebbe condotto sull’audience del proprio sito. Sondaggi i cui risultati, secondo alcuni blogger, sono totalmente campati per aria e frutto dell’ideologia corporativistica dell’organizzazione.
La segnalazione arriva da BoingBoing : il blogger MattyMatt , ricevuta la newsletter incriminata, l’ha trascritta sul proprio blog , condendola naturalmente di considerazioni sulle possibili conseguenze per le proprietà intellettuali se il “sondaggio” MPAA fosse fondato su dati statistici reali.
Le voci della “ricerca” sono invero piuttosto stringate, trattate come frasi buttate lì sotto il dubbio titoletto di Conoscenza del Copyright . Un titoletto posto tra l’interessante notizia secondo cui i mostri del cinema preferiti dagli utenti di My Movie Muse sono il caro vecchio Dracula e l’Alien di Ridley Scott (che col 27% e il 26% staccano di ben dieci lunghezze “mostri” del calibro di King Kong, Predator e Godzilla), e la curiosità secondo cui Johnny Depp ha cominciato a fare l’attore nel primo Nightmare (notizia tra l’altro molto apprezzata da chi scrive, che non ricordava la cosa).
Ma è così che si viene a conoscenza dei seguenti “dati statistici”:
– Un terzo degli utenti registrati di My Movie Muse sa che la protezione del copyright è garantita dalla costituzione americana;
– L’86% crede che le idee creative siano proprietà privata come gli oggetti materiali;
– Il 99% crede che le persone debbano essere compensate per il lavoro creativo;
– Il 64% si arrabbierebbe o si sentirebbe profondamente offeso se scoprisse che qualcuno sta vendendo un suo disegno o quadro su eBay.
Dati molto interessanti appunto, purtroppo non sostenuti da alcuna metodologia statistica . Sono frasi buttate in mezzo a affermazioni futili, prive di spessore o importanza. La sciatteria delle considerazioni testé espresse ha suscitato alcune contro-valutazioni da parte di MattyMatt. Se le idee creative possono essere possedute come oggetti, si chiede il blogger, è possibile comprare idee preconfezionate alla Ikea ? E pensare a nuove idee quanto può costare, considerando il denaro necessario per il materiale di cui sono fatte, i magazzini atti a contenerle e il customer service per gli utenti che ne usufruiscono?
E ancora: se è sacrosanto che le persone vengano compensate per il loro lavoro creativo, e le idee sono proprio lavoro creativo, perché nessuno paga il blogger per tutte le idee che gli vengono ogni giorno? E se vendere un quadro su eBay fa sentire gli artisti offesi e violati, come dovrebbero oggettivamente sentirsi se le loro opere fossero vendute da Sotheby’s ?
Nella blogosfera la sensazione è che My Movie Muse, sito nato l’estate scorsa allo scopo dichiarato di essere un “importante servizio di informazioni focalizzato sugli interessi del consumatore”, venga piuttosto utilizzato come organo di propaganda teso a favorire gli interessi di MPAA. Che serva cioè ad accreditare l’idea che, nonostante la rivoluzione in atto delle tecnologie di condivisione dei contenuti, grazie alle quali è diventato sin banale procurarsi contenuti audiovisivi a costo zero, il tradizionale, granitico concetto di copyright sia sempre e comunque valido.
Niente Fair Use , nessuna concessione a chi si procura materiale protetto per vie non ufficiali grazie alla rete e non attraverso i tradizionali canali di distribuzione controllati dalle major : MPAA continua a fare opera di evangelizzazione, poco importa se condotta con un sondaggio presentato in maniera grossolana.
Alfonso Maruccia