MPAA, guerra totale ai motori del P2P

MPAA, guerra totale ai motori del P2P

In un'ondata di denunce senza precedenti, gli studios tentano di far chiudere vari motori di ricerca che indicizzano i contenuti delle reti P2P. Se la prendono anche con Usenet. L'accusa? Favoreggiamento della pirateria
In un'ondata di denunce senza precedenti, gli studios tentano di far chiudere vari motori di ricerca che indicizzano i contenuti delle reti P2P. Se la prendono anche con Usenet. L'accusa? Favoreggiamento della pirateria


Los Angeles (USA) – Bisogna battere il ferro finché è caldo: MPAA ha deciso di cavalcare l’onda del sequestro di Razorback con una pioggia di denunce senza precedenti. L’obiettivo dei legali dell’associazione è chiaro: stroncare tutti i siti web che permettono un accesso privilegiato all’universo della condivisione.

MPAA ha infatti denunciato i gestori di nove importanti portali online , colpevoli di offrire collegamenti ipertestuali verso contenuti multimediali condivisi sulle reti P2P. L’accusa è la stessa con cui è stato preso di mira Razorback: favoreggiamento alla pirateria . “Dobbiamo fermare tutti coloro che abusano delle tecnologie online per facilitare la violazione del copyright”, ha recentemente dichiarato il vicepresidente John Malcolm.

Questo significa che qualsiasi sito web che pubblica link diretti verso file da utilizzare con i client BitTorrent o gli altri software di condivisione è passibile di denuncia da parte dei big di Hollywood.

Non è quindi una sorpresa che molti dei siti coinvolti in questo ultimo giro di vite appartengano alla categoria dei motori di ricerca , come BTHub , TorrentBox , NiteShadow , ISOHunt e TorrentSpy . Si tratta di portali che si limitano ad indicizzare file pubblicati da tracker privati e pubblici: “Noi non abbiamo nessuna parte in alcuna attività illegale”, sostiene ad esempio il responsabile di BTHub.

Tra i siti presi di mira anche ED2K.it , dedicato al network eMule/eDonkey, insieme a vari indici di ricerca per newsgroup : NZM-Zone , BinNews e DVDRs.net .

Va detto che fino a questo momento le reazioni dei gestori appaiono alquanto composte, anzi si dicono sorpresi delle denunce. “Strano, non mi hanno neppure mandato un’email – ha dichiarato un amministratore di ISOHunt a Slyck.com – Non sono molto preoccupato perché abbiamo a che fare ogni giorno con le richieste relative al diritto d’autore, alcune provengono da studios che MPAA rappresenta”. Reazioni simili anche da Torrentspy: “Credo che sapremo di più quando vedremo la denuncia. Non so bene perché ci denunciano, visto che lavoriamo nell’ambito del DMCA, ma ne sapremo di più, più avanti”.

E’ la prima volta che l’industria cinematografica americana bersaglia questo tipo di siti. Finora, l’attività antipirateria di MPAA si è sempre concentrata nella denuncia dei singoli utenti o di siti pensati per “spacciare file”. Questa novità segna dunque un cambio di strategia nella lotta alla pirateria multimediale. “Nessun criminale è al riparo”, dichiara John Malcolm, “ed assicureremo alla giustizia tutti coloro che hanno parte nella diffusione di materiale illegale”. Non ne è così sicuro il celebre avvocato di Electronic Frontier Foundation , Fred von Lohmann, che ha spiegato come “nessun tribunale si è ancora espresso in un caso del genere, ovvero in un caso che dipinge la fornitura di un servizio di ricerca come violazione”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
27 feb 2006
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