La scorsa settimana Microsoft e Samsung hanno firmato un accordo di cross-licensing che permette ad entrambe di accedere ad un nutrito portafoglio di proprietà intellettuali della controparte. In merito a tali proprietà i due contraenti si sono altresì impegnati a non perseguire legalmente gli utenti e gli sviluppatori della propria partner.
Similmente al famoso e controverso patto tra BigM e Novell , l’accordo copre l’uso di “certi prodotti Linux-based” di Samsung: in altre parole, il gigante coreano dell’elettronica sarà al riparo da eventuali cause legali di Microsoft relative a tecnologie contenute in Linux.
Come accaduto all’epoca dell’intesa Microsoft/Novell, questa clausola è destinata a sollevare forti critiche all’interno della comunità open source: c’è infatti chi sostiene che, grazie a questi accordi, Microsoft stia riscuotendo indirettamente royalty su presunti brevetti contenuti in Linux. Brevetti di cui nessun tribunale ha però effettivamente accertato la violazione da parte di Linux.
Richard Stallman, presidente di Free Software Foundation, ha recentemente dichiarato che questo genere di accordi “consentono ai distributori di agire in collusione con i proprietari dei brevetti per fornire protezioni legali discriminatorie”. Come noto, la questione è stata affrontata in modo concreto anche in fase di stesura dell’imminente licenza GPL3.