Milano – C’è chi ha dichiarato che senza dialer avrebbe chiuso, chi ha sostenuto con ogni mezzo questo sistema di pagamento e, soprattutto, c’è chi ha lucrato immensamente sulle ambiguità dei programmini gonfiabolletta. Ambiguità dalle quali ora MSN Italia si vuole dissociare del tutto.
In una nota diffusa ieri, MSN ha annunciato che dal prossimo primo novembre le uniche pubblicità che verranno accettate sul proprio network saranno quelle comprese nelle 25 categorie merceologiche identificate da AdEx, tool specializzato di Nielsen. “Di conseguenza – afferma la nota – in qualsiasi porzione del network a partire dalla home page, saranno ospitate creatività relative esclusivamente a prodotti alimentari, automobili, servizi finanziari, viaggi, bevande, giochi e altri settori abitualmente presenti su altri mezzi quali TV, stampa e radio”.
Secondo Stefano Maruzzi, country manager di MSN.it che un paio di settimane fa comunicò l’intenzione dell’azienda di abolire le chat , la prossima scomparsa della pubblicità dei dialer “ci consentirà di focalizzare i nostri sforzi di vendita su settori commerciali con maggiori potenzialità e di sicuro interesse per i consumatori, oltre a proseguire nello sviluppo di offerte personalizzate e nuove opportunità di comunicazione per i nostri clienti tradizionali”.
MSN ha ammesso che i dialer hanno spesso “generato problemi nei confronti dei consumatori attratti da contenuti interessanti e piacevoli, ma non sempre completamente a conoscenza degli oneri che questo genere di servizio comportava attraverso numeri telefonici a elevata tariffazione oraria”.
Alla decisione di MSN hanno reagito alcuni esponenti del mondo della pubblicità online italiana. Layla Pavone , CEO di Carat Interactive, ha dichiarato che la scelta di MSN “va nella direzione di garantire ulteriore trasparenza e impulso al mercato della pubblicità online in Italia”. Le ha fatto eco Federico Rampolla , CEO di WMC, secondo cui la decisione di MSN è “sana e positiva” per il mercato internet italiano “perché va nella direzione che auspichiamo da tempo di maggiori investimenti cross-media e della creazione di un ambiente di comunicazione assimilabile a quello degli altri mezzi più maturi”.