La Commissione europea ha imposto una multa complessiva di 875 milioni di euro a quattro produttori di automobili per aver violato le regole antitrust, condividendo informazioni su un dispositivo che permetteva di ridurre le emissioni nocive dei veicoli diesel. La sanzione rappresenta un chiaro contributo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal, tra cui la sostenibilità ambientale.
Daimler spiffera tutto e non paga nulla
Tra il 25 giugno 2009 e il 1 ottobre 2014, Daimler, BMW, Volkswagen, Porsche e Audi hanno organizzato diversi incontri per discutere della progettazione di una tecnologia SCR (selective catalytic reduction) che riduce le emissioni di NOx, iniettando un liquido denominato AdBlue nei gas di scarico delle automobili diesel. Questo liquido è in realtà urea e consente di trasformare l’ossido di azoto in acqua e azoto. Il sistema ha permesso quindi di rispettare i limiti minimi imposti dalle normative Euro 5 e 6.
La Commissione europea afferma che la tecnologia è “molto buona”, ma contesta la creazione del cartello e quindi la mancata concorrenza tra le cinque case automobilistiche. I produttori hanno infatti condiviso molte informazioni sul sistema SCR, tra cui le dimensioni del serbatoio contenente il “liquido blu”. In pratica hanno concordato la quantità di AdBlue necessaria per rispettare le norme, quando invece ognuno di loro poteva scegliere la quantità e quindi vendere automobili con emissioni NOx inferiori.
L’esistenza di questo “accordo segreto” è stato svelato da Daimler che quindi non ha ricevuto nessuna multa. BMW dovrà pagare circa 373 milioni di euro, mentre la sanzione inflitta al gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi e Porsche) ammonta a circa 502 milioni di euro.
L’indagine non è legata al famoso scandalo Dieselgate, ovvero all’uso del software che ha permesso di truccare e superare i test di omologazione delle automobili Volkswagen. Altroconsumo ha recentemente comunicato di aver vinto la class action contro il produttore tedesco, ottenendo un rimborso di circa 200 milioni di euro da dividere tra oltre 63.000 consumatori.