Gli operatori di telefonia mobile sembrano avere sottoscritto un abbonamento con le sentenze di pubblicità ingannevole dell’ Antitrust . L’ultima notizia riguarda Wind , colpita dall’Authority con una sanzione di 31mila euro per la reclamizzazione via web del piano tariffario Wind Senza Scatto New .
Il provvedimento deriva da una segnalazione che l’associazione di difesa dei consumatori CODICI ha inoltrato in aprile all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in merito alla presunta ingannevolezza di un messaggio diffuso da Wind Telecomunicazioni SpA tramite il proprio sito web.
Oggetto della reclamizzazione era l’offerta Senza Scatto New : “CODICI – spiega l’associazione – ha messo in evidenza l’ingannevolezza della comunicazione pubblicitaria in quanto induceva il consumatore a credere che l’eliminazione dei c.d. costi di ricarica si configurasse come una iniziativa spontanea dell’operatore pubblicitario, quando in realtà l’eliminazione di contributi di ricarica è stata imposta a tutti gli operatori mobili dall’art.1, del decreto-legge 31 genaio 2007, n. 7”.
Non si è trattato solamente di una “millantata paternità” dell’iniziativa dell’abolizione dei costi di ricarica, della cui genesi buona parte dell’utenza – e soprattutto chi legge PI Telefonia – è perfettamente a conoscenza : “L’offerta reclamizzata era finalizzata ad incentivare l’effettuazione da parte dei consumatori di un cambio piano verso il profilo tariffario Wind Senza scatto New – commenta l’Avv. Carmine Laurenzano, Responsabile dell’ufficio legale CODICI – il quale, tuttavia, non costituiva il risultato di una scelta conseguente alla particolare convenienza delle condizioni prospettate, consistendo piuttosto in un passaggio d’ufficio al nuovo profilo applicato ai clienti che fruiscono di piani tariffari più convenienti contestualmente eliminati”.
L’Antitrust – riferisce l’associazione – ha sostanzialmente accolto le motivazioni esposte nella segnalazione, deliberando che i messaggi pubblicitari in oggetto costituivano fattispecie di pubblicità ingannevole e condannando Wind Telecomunicazioni Sp.A al pagamento di una sanzione amministrativa di 31mila euro. “Esprimo grande soddisfazione per il provvedimento assunto dalla Autorità Garante – ha dichiarato il Segretario Nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli – Una giusta misura volta alla tutela e alla difesa del cittadino consumatore”.
L’importo dell’ammenda è coerente con la regolamentazione sanzionatoria oggi in vigore, che prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria il cui importo può essere fissato in un range che va dai mille ai 100mila euro, “tenuto conto della gravità e della durata della violazione”. Ma è proprio questo range ad essere fortemente sottodimensionato, secondo i consumatori, considerando i margini e i volumi d’affari propri degli operatori di telefonia (fissa o mobile).
Nonostante Wind non goda di una posizione di leadership di mercato, ha comunicato risultati incoraggianti sulla crescita di margini e ricavi nel primo semestre del 2007. Per quel periodo l’operatore ha dichiarato infatti ricavi per oltre 2.600 milioni di euro, un risultato operativo (EBIT) di 350 milioni di euro e “un risultato netto di gruppo negativo per 122 milioni di euro” che però risulta dall’effetto “di 158 milioni di euro di svalutazione una tantum di crediti per imposte anticipate”. Di fronte a questi numeri, una multa di 31mila euro potrebbe sembrare effettivamente una carezza.
Dario Bonacina