La Commissione europea ha inflitto ad Apple una multa di 1,84 miliardi di euro per aver ostacolato i concorrenti nel mercato dello streaming musicale attraverso la clausola anti-steering. Non si è fatta attendere la feroce risposta dell’azienda di Cupertino che evidenzia l’assenza di prove concrete e il comportamento di Spotify. La software house svedese ha ovviamente apprezzato la decisione della Commissione.
Spotify domina il mercato dello streaming
Apple inizia il comunicato stampo sottolineando che la decisione della Commissione è stata presa senza avere le prove dei danni ai consumatori. L’azienda californiana evidenzia inoltre che il principale beneficiario della decisione è Spotify che offre la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante l’indagine.
La software house svedese ha raggiunto un market share del 56% in Europa, principalmente grazie alla distribuzione su App Store. L’enorme successo è stato ottenuto senza pagare nulla ad Apple, in quanto gli abbonamenti sono venduti sul sito ufficiale e non tramite acquisti in-app che prevedono la commissione del 30%.
L’azienda di Cupertino elenca i benefici gratuiti ricevuti da Spotify: aiuto tecnico dagli ingegneri per la compatibilità con Siri, CarPlay, Apple Watch, AirPlay e Widgets; accesso ad oltre 250.000 API e 60 framework; accesso al tool TestFlight; approvazione di 421 versioni dell’app (spesso entro un giorno). In diverse occasioni, gli ingegneri di Apple sono andati a Stoccolma per aiutare il team di Spotify.
Apple afferma inoltre che la software house svedese potrebbe includere nell’app un link che punta alla pagina web in cui sottoscrivere l’abbonamento. Invece ha deciso di non farlo perché vuole violare le regole a suo favore inserendo i prezzi degli abbonamenti nell’app, senza utilizzare il sistema di acquisto di App Store.
Il comunicato stampa termina con accuse piuttosto gravi. A partire dal 2015, Spotify ha lavorato con la Commissione europea su un’indagine priva di fondamento. Nel corso dei successivi 8 anni e oltre 65 incontri con Spotify, la Commissione europea ha provato a costruire tre diversi casi.
In nessuno di essi esiste la prova di danni ai consumatori. Anzi, il numero di abbonati a Spotify è aumentato da 25 a 160 milioni. Inoltre, otto anni di indagini non hanno mai prodotto una teoria valida che spieghi come Apple abbia ostacolato la concorrenza.
La decisione della Commissione è arrivata tre giorni prima l’applicazione del Digital Markets Act che vieta anche l’uso della clausola anti-steering. Secondo Apple, la Commissione ha voluto anticipare l’applicazione della legge. Apple ha quindi deciso di presentare appello.