Il 2021 che si avvia ormai a conclusione sarà ricordato come l’anno in cui gli italiani hanno preso confidenza con i pagamenti elettronici, talvolta di loro spontanea volontà, in altre occasioni stimolati dalla prospettiva di un rimborso come nel caso del Cashback di Stato. Chi ha ormai solo un lontano ricordo dei contanti nel portafogli sa bene però quanto spesso accada di imbattersi in negozianti, esercenti e ristoratori poco inclini ad accettare carte, bancomat o applicazioni. Per loro potrebbe esserci in arrivo una brutta sorpresa: una multa.
Sanzioni per gli esercenti che pretendono i contanti
A prevederlo un emendamento presentato da Stefano Fassina (LeU) e Rebecca Frassini (Lega) al decreto sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza discusso dalla Commissione Bilancio della Camera. A quanto ammonterebbe la sanzione? Si parte da un minimo di 30 euro aumentato del 4% della transazione rifiutata. Dunque, ad esempio, da 34 euro per un mancato pagamento dal valore di 100 euro.
È doveroso precisare che non si tratta di un qualcosa di inedito: già il testo originale della manovra 2020 lo aveva previsto, ma il passaggio è andato perso nel corso dell’iter parlamentare.
I gestori di attività che propongono la vendita di prodotti, servizi o consulenze professionali potrebbero dunque essere obbligati, a partire dall’1 gennaio 2022, ad accettare almeno una tipologia di ogni carta (una di credito e una di debito), per qualsiasi importo. Insomma, anche per il caffè al bar e le piccole spese.
Ai clienti rimarrebbe comunque sempre la possibilità di scegliere se far ricorso a questi metodi oppure ai contanti per il versamento. Ecco quanto si legge alla voce Sanzioni per mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito
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A decorrere dal 1° gennaio 2022, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento … da parte di un soggetto obbligato … si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
La discussione è in corso, torneremo a pubblicare ulteriori dettagli e chiarimenti non appena disponibili. Di certo, un’eventuale decisione di questo tipo non mancherebbe di sollevare un coro di proteste, soprattutto da parte di quei negozianti ed esercenti che ritengono eccessive le commissioni applicate dai gestori dei circuiti su cui poggiano i pagamenti elettronici.