Manca ormai meno di un mese all’introduzione del paywall voluto dal tycoon Rupert Murdoch per obbligare al pedaggio online i lettori di The Times e The Sunday Times . Ai primissimi inizi di giugno, i rispettivi siti web saranno navigabili esclusivamente a pagamento , con 1 sterlina al giorno o 2 a settimana.
Un obolo che ha suscitato le più aspre polemiche , sospinte da varie analisi statistiche a conferma di una tendenza generale nella comunità di lettori online: in pochi sarebbero disposti a pagare per contenuti rintracciabili altrove e soprattutto gratis.
Ma Rupert Murdoch non sembra aver mai vacillato nelle sue convinzioni, sbandierando il vessillo della creatività originale. Nel campo dell’informazione, qualcosa da difendere a tutti i costi, dai vampiri in stile Google agli scrocconi dei blog, che riciclano articoli altrui senza pudore alcuno.
In genere, il canale britannico del broadcaster ABC pubblica mensilmente i vari risultati provenienti dalle analisi sul traffico web, sul numero di visitatori unici e sulle variazioni nel numero dei lettori. Trend statistici che pare ora dovranno fare a meno dei contributi dei siti d’informazione di proprietà di NewsCorp .
Il colosso mediatico di Rupert Murdoch ha infatti comunicato che i numeri relativi ai suoi spazi online verranno mantenuti privati . E c’è chi ha fatto notare come sarà quindi difficile venire a sapere quanti lettori perderanno i siti di The Times e The Sunday Times a partire dagli inizi di giugno. Una cifra che potrebbe aggirarsi sui 60mila utenti al giorno , se confermate precedenti previsioni degli analisti.
E – a dire della stessa NewsCorp – sono circa 60mila gli utenti che avrebbero scaricato l’applicazione per iPad del Wall Street Journal , uno dei pionieri tra i quotidiani a pagamento della galassia Murdoch. Ma si tratta di numeri relativi alla versione lite gratuita, disponibile per un periodo di tempo limitato.
Alla metà dello scorso aprile erano infatti solo 3200 gli utenti ad aver sottoscritto un abbonamento alla versione completa del quotidiano per il tablet made in Cupertino . Che costa al mese circa il doppio di quello non mobile, più di 17 dollari contro 8 . E considerato anche che l’abbonamento versione cartacea più online costa attualmente circa 9 dollari al mese.
Altri hanno alimentato l’acceso dibattito, offrendo un insolito punto di vista su un futuro murato dei contenuti online. “In questo momento, la pirateria stampata rappresenta un argomento cruciale, dal momento che molte notizie di stampo generalista sono disponibili in maniera del tutto gratuita – si legge in un articolo pubblicato da The Economist – Qualora quotidiani e periodici inizino a far pagare i propri lettori, i pirati emergeranno e anche velocemente”.
Mauro Vecchio