Musica digitale, una vittoria di Pirro?

Musica digitale, una vittoria di Pirro?

L'industria d'Albione ha registrato vendite record per l'anno 2010. In continua crescita il formato digitale, con 161 milioni di singoli venduti. Ma per BPI non basta: il formato CD continua con il suo declino ed è tutta colpa del P2P
L'industria d'Albione ha registrato vendite record per l'anno 2010. In continua crescita il formato digitale, con 161 milioni di singoli venduti. Ma per BPI non basta: il formato CD continua con il suo declino ed è tutta colpa del P2P

C’è chi ha sottolineato come l’industria musicale britannica abbia intrapreso una durissima battaglia contro un nemico immaginario. Mulini a vento, rappresentati dal file sharing illecito e più in generale dalla pirateria audiovisiva.

Gli ultimi numeri sono quelli snocciolati dalla British Phonographic Industry (BPI), all’interno di un dettagliato report relativo alle vendite di album e singoli nell’anno 2010 . Risultati eclatanti, mai raggiunti dalle varie etichette in terra britannica.

Più di 281 milioni di unità vendute – tra interi dischi e tracce singole – negli ultimi dodici mesi, quasi il 30 per cento in più dei volumi raggiunti nell’anno 2006. Le vendite di brani singoli hanno registrato un aumento di circa il 6 per cento rispetto allo scorso anno, assestandosi sui 161 milioni di unità .

Un trionfo di mercato, insomma. Ma i dati non sono sembrati così appetibili per i rappresentanti di BPI. Che hanno invece sottolineato – non senza una certa enfasi – come le vendite dei CD fisici siano diminuite del 12,4 per cento rispetto all’anno 2009 .

Tutta colpa del P2P? Non proprio. Lo stesso report di BPI ha mostrato come circa il 98 per cento delle vendite di brani singoli sia dovuto ai nuovi canali di distribuzione online . Gli utenti sembrano preferire il formato digitale a quello tradizionale, avendo la possibilità di acquistare solo due o tre canzoni di un album intero.

Ma i marosi del torrentismo sono visti da BPI come una costante minaccia. Il totale dei brani scaricati illegalmente nel 2010 sarebbe quantificabile in un miliardo, con circa 7,5 milioni di pirati attivi sul web britannico .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
12 gen 2011
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