Mercato discografico: la musica è sempre più in streaming, ovunque

La musica è sempre più in streaming, ovunque

Lo streaming è sempre più importante per il mercato discografico: oggi la musica non può più fare a meno di Spotify e concorrenti.
La musica è sempre più in streaming, ovunque
Lo streaming è sempre più importante per il mercato discografico: oggi la musica non può più fare a meno di Spotify e concorrenti.

L’ennesima conferma del trend che già abbiamo evidenziato di recente per quanto riguarda anche il nostro paese giunge in questi giorni dall’altra parte dell’oceano, con alcune nuove statistiche fornite da RIAA (Recording Industry Association of America): lo streaming è sempre più importante per il mercato discografico, anche negli Stati Uniti, dove questa modalità di fruizione della musica è arrivata a fagocitare l’80% del mercato.

Lo streaming domina anche negli USA

L’immagine allegata al tweet qui sotto è piuttosto esplicativa per capire quanto lo streaming abbia assunto importanza in un decennio: nel grafico a sinistra (2010) la fetta rosa occupava solo il 7% della torta, oggi (fine 2019) è arrivata all’80%. A farne le spese sono stati in primis il supporto fisico e il download digitale.

Di seguito invece una rappresentazione grafica della forte crescita dei profitti generati dagli abbonamenti a piattaforme come Spotify, Apple Music, Google Play Musica, Tidal, Deezer e così via. Dal 2015 in poi è stata registrata una continua ascesa.

In controtendenza i vinili, che a differenza dei CD sono cresciuti in modo progressivo dal 2010 in poi. Merito dell’operazione nostalgia messa in campo da alcune band di oggi che hanno ripreso a stamparne in concomitanza con il lancio di nuovi album o singoli.

L’ultimo post è dedicato alla Top 10 degli album di maggior successo negli USA dal 2010 alla fine del 2019: in testa Adele con il suo “21”.

Spotify e competitor sono dunque sempre più importanti per etichette, major e artisti. Immaginiamo che il trend possa continuare a evolvere con modalità simili anche per il prossimo decennio, ipotizzando in ogni caso che il supporto fisico sopravvivrà come prodotto più di nicchia, destinato alla distribuzione delle edizioni speciali o per coloro che per abitudine o gusto personale non si accontentano dell’incarnazione fluida e impalpabile della musica, preferendo affiancarle un oggetto fisico, tangibile, da toccare e sfogliare prima, durante e dopo l’ascolto.

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Pubblicato il
2 gen 2020
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