Elon Musk ha trasformato X in un social network per la campagna elettorale di Donald Trump. Il miliardario di origine sudafricana ha recentemente accusato Google di censurare le ricerche sul candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti. L’azienda di Mountain View ha dovuto spiegare la funzionalità di completamento automatico e il motivo per cui non venivano mostrati alcuni suggerimenti.
Nessuna censura, solo un bug
Musk ha pubblicato il 29 luglio uno screenshot che mostra i suggerimenti di Google quando vengono digitate le keyword “president donald“. Nell’elenco non c’è nessun riferimento a Donald Trump. Secondo il proprietario di X, SpaceX e Tesla, Google ha introdotto un “search ban” su Trump, quindi avrebbe interferito con le elezioni.
Wow, Google has a search ban on President Donald Trump!
Election interference? pic.twitter.com/dJzgVAAFZA
— Elon Musk (@elonmusk) July 29, 2024
Ovviamente ha ricevuto l’appoggio da tutti i suoi seguaci, alcuni dei quali hanno chiesto a Musk di lanciare un motore di ricerca. Il figlio di Trump afferma che l’interferenza di Google è intenzionale per favorire Kamala Harris. Musk ha successivamente evidenziato che i dipendenti di Google sono stati i principali finanziatori di Biden durante la campagna presidenziale del 2020.
Google ha risposto alle accuse in maniera dettagliata (senza citare Musk), spiegando la funzionalità di completamento automatico. È stata introdotta per velocizzare la ricerca attraverso le previsioni delle query. Non è stata mostrata la previsione sull’attentato a Trump perché è presente una protezione sulla violenza politica. I sistemi sono stati aggiornati e ora ci sono le previsioni rilevanti.
Le previsioni relative alla query “president donald” non sono apparse a causa di un bug (prontamente corretto) che riguardava anche altri politici. Google ha spiegato infine che, quando viene cercato “Donald Trump“, possono essere mostrate notizie su Kamala Harris perché gli articoli coprono entrambi i soggetti.
L’azienda di Mountain View sottolinea che le previsioni sono algoritmiche, per cui non sono sempre esatte. Anche su X ci sono gli stessi problemi. Non è vero quindi che il motore di ricerca censura le notizie su Donald Trump. Mike Harvey, candidato democratico al Senato per la Florida, ha scritto che l’interferenza elettorale si verifica quando il proprietario di un social network condivide un deepfake su Kamala Harris.