Cosa c’è esattamente in quel rapporto ambiguo tra Elon Musk e il Dogecoin? Un amore inconfessato, un’affinità elettiva, un semplice interesse o forse una truffa miliardaria? Secondo le carte depositate da Keith Johnson presso la corte federale di Manhattan, quest’ultima è l’ipotesi più accreditata e che merita un approfondimento legale per gli ingenti danni causati a molti risparmiatori.
La portata dell’accusa è strabiliante anche sul tavolo di quello che è uno degli uomini più ricchi al mondo: l’accusa punta infatti il dito contro il magnate di Tesla e SpaceX chiedendo risarcimenti per ben 258 miliardi di dollari. Un amore inconfessato non ha prezzo, ma sicuramente non causerebbe danni di questo tipo: se invece gli estremi della truffe potessero essere dimostrati, allora ecco che il caso si farebbe più serio. C’è chi ha Dogecoin fermi sul proprio wallet in attesa di un miracolo, c’è chi invece intende acquistarli ora in attesa di tweet speculativi proprio da parte di Elon Musk: c’è chi sale e c’è chi scende, ma c’è anche chi vede del dolo e ne chiede conto in tribunale.
Elon Musk e DOGE: sembrava fosse amore
Difficile pensare che si possa ipotizzare una situazione simile, ma il caso è sicuramente interessante perché mette sul piatto una dinamica che ha portato una valuta come il Dogecoin ad essere una delle più chiacchierate del mondo crypto, partendo da zero per salire alle stelle e crollare infine nuovamente a prezzi ben più bassi rispetto ai massimi. Lungo tutto questo percorso Musk ha sempre strizzato l’occhio alla valuta, allontanandosene formalmente, ma sempre mantenendo una sorta di legame tacito che in occasione di un recente evento in Texas è diventato anche meme volante (fonte di nuovi innumerevoli “to the moooon” sui social network).
L’accusa è quella di aver sfruttato la propria popolarità per fomentare l’hype attorno a quello che viene descritto come un sistema piramidale. La richiesta è quella di risarcire i danni causati dall’esposizione pubblica in favore del Dogecoin, oltre all’affermazione pubblica di un nuovo tipo di immagine per una valuta che non ha valore intrinseco se non nella dimensione dell’azzardo, del rischio e della speculazione.
Sono ore di tensione per Musk, alle prese con una faida interna al team SpaceX, al caos che circonda l’acquisizione di Twitter ed ora a questa nuova causa. Difficilmente potrà essere dimostrato il dolo nella promozione del Doge, ma che i tweet di Musk abbiano pesante influenza su questa valuta è tutto fuorché nascosto. Nel frattempo il Dogecoin ha perso il 30% in una sola settimana e l’81% da un anno a questa parte. I massimi li ha toccati a metà 2021 quando sfiorava 0,7 dollari, mentre oggi aleggia attorno a quota 0,05 dollari (-92%).
Truffa o bolla? Influenza o piramide? Semplicemente Musk o più dolosamente Ponzi? Definire questi meccanismi è difficile da sempre e le sole sentenze di colpevolezza hanno scritto la storia della finanza. Nel caso di Musk si arriverà ad un nulla di fatto, ma la vertenza potrà meglio aprire gli occhi di fronte ad investimenti in cui la commistione tra rischio e potenzialità è una miscela altamente esplosiva.