Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco
, recita un noto meme (tratto da Spider-Man: No Way Home). E, in una delle infinite dimensioni parallele che condividono il nostro spaziotempo, l’uomo più ricco al mondo, nonché braccio destro del nuovo inquilino della Casa Bianca, dall’altra parte dell’oceano, è intervenuto su questioni interne del nostro paese, innescando la reazione del Presidente della Repubblica. Riuscite a immaginare due capi di una controversia verbale più diversi e distanti di così? Da una parte Elon Musk, dall’altra Sergio Mattarella, quasi un villain dell’universo fantascientifico Marvel e la sua nemesi. Pura fantasia. O forse no?
I post di Musk e quello di Mattarella
Lasciando ad altre firme e ad altre pagine ben più competenti le analisi sui temi specifici del confronto (modalità di gestione dei flussi migratori, competenze e responsabilità del sistema giudiziario), quanto accaduto ieri rappresenta un interessante spunto di riflessione sull’influenza, secondo qualcuno sull’ingerenza, che il potere tecnologico e mediatico è destinato a esercitare sempre più sui delicati equilibri che regolano i rapporti tra una superpotenza mondiale e i paesi alleati.
I post sui giudici che se ne dovrebbero andare e sulla presunta virata autocratica tricolore non costituiscono gli unici interventi a gamba tesa di Musk sull’Italia. Alla manifestazione Atreju di Gioventù Nazionale (FdI), di recente, ci ha suggerito di fare più figli per salvare la cultura nazionale. E, considerando il ruolo pseudo-istituzionale che si appresta a ricoprire nella nuova amministrazione Trump, a capo del dipartimento DOGE, abbiamo l’impressione che potrebbero non essere gli ultimi.
Tra la presa di posizione del magnate e la replica di Mattarella (curiosamente su X), che fa appello alla Costituzione e al saper badare a se stessa da parte della nostra democrazia, c’è un sostanziale immobilismo del mondo politico, o almeno di una parte di esso. Chi per ruolo e investitura dovrebbe far sentire la sua voce, forte del poter finalmente rivendicare quella sovranità spesso sbandierata a mo’ di slogan, tace o si muove in equilibrio precario tra il non poter contraddire la prima carica dello Stato e il non volersi inimicare la new entry più cool e influente del panorama diplomatico internazionale.
Torniamo però alla realtà, con i piedi per terra, uscendo dalla narrazione di una pellicola Marvel. Dopotutto, lo scenario simil-distopico appena descritto, in cui un governo non prende fermamente le distanze dall’ingerenza di un potere tecnologico e mediatico estero sulle proprie decisioni, attiene a una delle infinite realtà parallele del multiverso. O forse no?