L’improvvisa esplosione della guerra in Ucraina non porterà al rinvio né alla cancellazione del MWC 2022. L’edizione di quest’anno, in programma a Barcellona, andrà in scena come previsto da lunedì 28 febbraio a giovedì 3 marzo. Attesi oltre 1.800 espositori da 183 paesi e decine di migliaia tra visitatori e addetti ai lavori.
La guerra in Ucraina non fermerà il MWC
Riportiamo di seguito in forma tradotta la posizione dell’organizzatore GSMA, condivisa sulla homepage del sito ufficiale. Si fa esplicito riferimento alla condanna dell’operazione militare avviata questa settimana dalla Russia.
GSMA condanna fermamente l’invasione russa dell’Ucraina. La situazione è in rapida evoluzione e siamo a conoscenza del fatto che diversi governi stiano considerando l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia. Alla luce del contesto emerso e considerando la tragica perdita di vite, MWC sembra irrilevante rispetto alle circostanze. MWC è un evento unificante, con una visione che convoca l’ecosistema mobile nel nome del progresso, poiché la connettività assicura la prosperità di persone e industrie e società.
Proprio il tema della sicurezza è destinato ad assumere un’importanza sempre più centrale: anche l’Italia è finita nel mirino dei russi, come comunicato dall’Agenzia per la Cybersicurezza. Il pericolo ha un nome, HermeticWiper.
Stando a quanto riportato da Reuters, al Mobile World Congress di quest’anno non sarà presente alcun padiglione dedicato alla Russia. La situazione attuale impedirà inoltre la partecipazione ad alcune società del paese, al momento non è dato a sapere quali.
Il MWC è stato il primo grande evento ad essere annullato due anni fa a causa della pandemia. In programma come ormai da tradizione a fine febbraio, ha visto l’edizione 2020 cancellata a pochi giorni dall’apertura, con una decisione presa dagli organizzatori di certo non semplice, ma che si è poi rivelata lungimirante. Quella del 2021 è invece andata in scena in ritardo rispetto al solito, tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, nuovamente per ragioni legate al protrarsi della crisi sanitaria.