Barcellona – Il P8 è stato il grande salto, il P9 la sfida ancora più grande: con il P10 Huawei punta alla consacrazione , continuando a costruire sui propri successi commerciali offrendo un telefono dal design ineccepibile e dalle ottime prestazioni. Quanto basta per sfidare ad armi pari, ormai è un fatto, i pesi massimi del settore: la collaborazione con Leica si rinnova per la doppia fotocamera posteriore, e anche quella frontale diventa più luminosa e potente. E per aumentare anche l’appeal e lo stile del prodotto ecco nascere una seconda partnership con Pantone, che dà vita a due nuove colorazioni esclusive.
Cominciamo da dove avevamo lasciato. Richard Yu, CEO della divisione consumer di Huawei, parte dai punti di forza del prodotto 2016: il design del P9 si era fatto più raffinato per linee e finiture, e anche sul versante tecnico sono stati fatti passi avanti per la solidità e la durevolezza dei materiali. Il P10 fa ancora di più: la finitura dell’alluminio posteriore ora viene denominata “hyper diamond-cut”, di fatto un trattamento che rende la superficie levigata senza diventare scivolosa e crea un bell’effetto satinato. Questo tipo di lavorazione dovrebbe minimizzare l’effetto dei graffi inevitabili nel corso dell’utilizzo : all’interno della scatola c’è comunque una cover molto sottile e trasparente che non altera la linea del prodotto ma lo tiene al sicuro. Il frontale, con bordi arrotondati 2.5D, è realizzato in Gorilla Glass 5.
I colori del P10 e del P10 Plus sono interessanti: Dazzling Blue, Prestige Gold, Graphite Black, Mystic Silver sono le quattro varianti del primo che arriveranno subito in Italia (a fine marzo), mentre il Plus sarà disponibile dalla metà di aprile nelle varianti Dazzling Gold, Graphite Black, Mystic Silver, Greenery e Dazzling Blue. Le ultime due sono frutto della collaborazione con il Pantone Color Institute , e Huawei ha creato anche una serie di accessori – comprese cover e borse disegnate da prestigiosi designer di moda – per abbinarsi a questa vocazione glamour del prodotto.
C’è un grande cambiamento operato da Huawei sul P10: il lettore di impronte digitali non è più piazzato sul posteriore, e torna in una sorta di pulsante sotto lo schermo che lo incorpora . Il cambiamento operato non modifica le misure complessive, il P10 resta davvero molto maneggevole in entrambe le versioni da 5,1 e 5,5 pollici, grazie soprattutto ai bordi arrotondati (che ricordano un po’ quelli dell’iPhone 7) e allo spessore da 6,98 millimetri. Il pulsante è completamente integrato col vetro anteriore, e supporta anche una serie di gesture (simili a quelle che HTC ha adottato da tempo): una singola pressione rapida riporta alla schermata precedente, una pressione prolungata riporta alla schermata iniziale, swype a destra o sinistra apre l’interfaccia per il passaggio rapido ad un’altra applicazione.
La fotocamera rimane comunque il componente essenziale attraverso cui descrivere il P10 : la configurazione della coppia posteriore è analoga a quella del Mate 9, con un sensore RGB da 12 megapixel abbinato a uno monocromatico da 20, con in più una nuova luminosa lente Leica Summilux f/1,8 disponibile nel P10 Plus. Le performance sulla carta dovrebbero essere superiori a quelle già ottime del Mate 9, e varrà senz’altro alla pena metterle a confronto con i pesi massimi della categoria. Rispetto al P9 ora anche la doppia fotocamera posteriore incorpora un sistema di stabilizzazione ottica dell’immagine, si possono girare video in risoluzione 4K (video salvati nel nuovo codec HEVC). Nuova anche la fotocamera anteriore, questa volta identica sui due modelli: 8 megapixel con lente Leica f/1,9, che si giova anche di novità sul piano software che permettono di migliorare la qualità dei selfie sia per quanto riguarda l’effetto bellezza che per la composizione (con framing automatico per adeguarsi alla presenza di più di un soggetto nello scatto), tutto gestito da un chip ISP dedicato.
La scheda tecnica dice molto di più: l’ottimo processore octa-core Kirin 960 con 4 o 6GB di RAM , storage fino a 128GB (espandibile), connettività LTE con ben quattro antenne a bordo che pososno essere impiegate in configurazione MIMO 4×4 per raggiungere la banda massima in download di 600Mbps, doppia antenna WiFi 2×2 MIMO, Bluetooth 4.2 e geolocalizzazione che comprende le costellazioni GPS, Glonass, Galileo e la cinese BDS (è stato fatto un lavoro specifico per integrare questi dati con le misurazioni dei sensori inerziali di bordo, così da migliorare anche l’affidabilità in auto durante la guida). Lo schermo IPS su entrambi i modelli ha una luminosità da 500nits e un contrasto 1500:1, e sul modello Plus supera la risoluzione 1080p e raggiunge i 2K (2560×1440). Il sistema operativo montato è ovviamente Android 7.0 Nougat, con la nuova versione della EMUI che raggiunge la release 5.1 e sistema alcune limitazioni (come la sparizione della ricerca universale) che affligevano la 5.0, e aggiungendo alcune novità come gli highlight nell’album fotografico (sviluppato con GoPro) per creare in modo automatico dei video suggestivi di vacanze e giornate speciali.
Le altre differenze tra i due P10 riguardano la batteria, 3.200mAh nel P10 e 3.750 nel Plus (entrambi però hanno il SuperCharge, la tecnologia Huawei che in 30 minuti garantisce l’equivalente di 1 giorno di autonomia), ma entrambi dovrebbero superare agevolmente la giornata lontano dalla presa grazie all’ottimizzazione della piattaforma. Inoltre il Plus dispone dell’audio stereo dagli altoparlanti, come sul Mate 9, e dell’emettitore a infrarossi per svolgere il ruolo di telecomando universale. In Italia arriveranno due versioni della nuova ammiraglia: il P10 sarà venduto nelle colorazioni indicate nel taglio 4/64GB per RAM e storage, mentre il Plus sarà disponibile nella versione 6/128GB . Prezzi a partire da 679,90 euro, ma ce ne vorranno 829,90 per il Plus.
L’altro annuncio di giornata è il sospirato aggiornamento del wearable di casa: il Huawei Watch 2 arriva a quasi due anni di distanza dal primo presentato a IFA 2015 (probabilmente ritardato dall’attesa di Android Wear 2.0), e si sdoppia in due versioni con funzioni leggermente differenti . Di base la tecnologia è la stessa, col processore MSM8909W di Qualcomm e 768MB di RAM, e lo stesso schermo AMOLED da 1,2 pollici; la batteria da 420mAh dovrebbe garantire 2 giorni di autonomia (o 7 ore di allenamento, ma ci torniamo tra un istante su questo aspetto), e la certificazione IP68 rende questo smartwatch facile da utilizzare in ogni contesto. Sul fondo della cassa c’è un sensore ottico per misurare la frequenza cardiaca, e c’è anche il supporto all’NFC e a Google Pay.
La vera novità del Watch 2 però è la versione LTE disponibile per il modello con il design più sportivo: la decisione di adottarla è legata all’opportunità di trasformare questo wearable in un supporto utile all’allenamento, visto che montando una nano-SIM (ma è supportata anche l’eSIM virtuale) e sfruttando il GPS integrato si può lasciare a casa il telefono e utilizzare il Watch 2 da solo e slegato dalla connessione Bluetooth a cui la maggior parte degli smartwatch sono relegati per funzionare al meglio. Molto leggero il nuovo design sportivo, realizzato in plastica e ceramica e che pesa appena 40g, più elegante il modello Classic con cassa in acciaio. Huawei ha annunciato anche un modello realizzato in collaborazione con Porsche Design, che probabilmente seguirà gli stessi canali di distribuzione del precedente Mate Porsche Design lanciato in autunno.
La disponibilità di Huawei Watch 2 è indicata dalla divisione italiana dell’azienda cinese per il mese di aprile, con prezzi a partire da 329 euro per la variante active Bluetooth, 369 euro per la versione LTE e 399 per il modello Classic in acciaio. Il ruolo dei wearable è ancora tutto da definire, ma Huawei pare ancora interessata a questo comparto e spinge aumentando l’offerta anche in questo settore.
Luca Annunziata