Ci sono segnali estremamente preoccupanti che arrivano dal Myanmar ma, per quanto meno pragmatico di altri, l’ultimo sempre essere quello più grave: l’esercito avrebbe ordinato ai provider di disattivare la navigazione mobile. La Rete è ferma in tutto il Paese ormai da 48 ore, impedendo così ai rivoltanti di organizzarsi su chat, social e mail, nonché silenziando definitivamente le poche fonti di informazione diretta che erano ancora disponibili.
Myanmar, la Rete mobile è stata spenta
La situazione è nota: dopo il colpo di stato che ha esautorato Aung San Suu Kyi, le violenze si sono succedute con sempre maggior insistenza. Nei giorni scorsi un messaggio estremamente minaccioso era arrivato alla gioventù in rivolta: il consiglio era quello di non scendere in strada, poiché il rischio era quello di incappare in proiettili ad altezza d’uomo. Nella sola giornata di domenica si sono contati 100 morti, 100 sacrifici sull’altare della protesta, portando il totale ad oltre 500 dal giorno del colpo di stato.
Il mondo non interviene. Le Nazioni Unite minacciano sanzioni, l’est nicchia, nel frattempo il Myanmar sprofonda nella guerra civile. Chi conosce certe dinamiche ha ormai compreso come la disattivazione dei canali di informazione e comunicazione sia il segnale per cui la situazione stia ormai degenerando.
Confirmed: Internet has been cut in #Myanmar from 1 am Thursday local time, the 46th consecutive night of military-imposed shutdowns.
Ongoing restrictions:
📵Mobile data: 17 days
🌐Roaming: 7 hours
📶Public wifi: 15 days
❌Online platforms: since Feb.📰https://t.co/Jgc20OBk27 pic.twitter.com/wCYNyIRdaa
— NetBlocks (@netblocks) March 31, 2021
Disattivare la Rete significa isolare completamente il Paese rispetto al resto del mondo. Questo vuole l’esercito del Myanmar in questo momento, ma questo il resto del mondo non può lasciar correre a lungo.